[20/04/2009] Energia

Summit delle Americhe: dalla stretta di mano spunta il nucleare

LIVORNO. La stretta di mano tra Obama e Chavez al summit delle Americhe a Port of Spain ha fatto sciogliere come neve al sole la minaccia degli Stati aderenti all’Alleanza Bolivarista (Alba) di non firmare il documento finale, così c’è stato il via libera anche per il tema più controverso, l’energia, e per quello più “sensibile”, le risorse naturali.

L’organizzazione degli Stati americani riconosce «che l’energia è una risorsa essenziale per migliorare la qualità della vita dei nostri popoli e che l’accesso all’energia riveste un’importanza capitale per la crescita economica nell’equità e nell’inclusione sociale. Indirizzeremo i nostri sforzi sullo sviluppo di sistemi energetici più puliti, più abbordabili e più sostenibili per promuovere l’accesso all’energia così come alle tecnologie ed alle pratiche energetiche performanti in tutti i settori. Ci sforzeremo di diversificare le nostre fonti energetiche aumentando, se il caso lo richiederà, il contributo delle energie rinnovabili ed incoraggeremo l’utilizzo più pulito ed efficace dei combustibili fossili e di altri combustibili».

Il documento finale riconosce la sovranità di ogni Paese alla conservazione, sviluppo e utilizzo sostenibile delle proprie risorse energetiche e ad un loro utilizzo trasparente e secondo gli interessi nazionali, anche attraverso lo scambio di buone pratiche energetiche.

L’Osa incoragga l’efficienza ed il risparmio energetico nel settore pubblico, in quello privatoe e nei trasporti con «modelli di produzione e consumo meno inquinanti e più sostenibili».

Per questo occorre dare un forte impulso all’innovazione, agli investimenti ed alla diversificazione delle fonti energetiche che non danneggino l’ambiente, «comprese le tecnologie meno inquinanti per la produzione di combustibili fossili», una sottolineatura che ritorna nel documento per comprendere le preoccupazioni di paesi produttori di petrolio come il Venezuela.

Le nuove tecnologie serviranno anche a creare occupazione, anche incoraggiando «la progettazione, la produzione e lo sfruttamento sostenibile dei biocarburanti attuali e di seconda generazione, essendo coscienti del loro impatto sociale, economico ed ecologico». Una formula che soddisfa sia il Brasile per l’etanolo che gli Usa per il biocarburanti da mais, ma che non convince Evo Morales che ha voluto che si aggiungesse una nota che precisa: «La Bolivia considera che l’elaborazione di politiche e quadri di cooperazione che hanno per obiettivo l’espansione dei biocombustibili nel Continente americano possono colpire e provocare la disponibilità degli alimenti e e il rialzo dei prezzi dei quest’ultimi, l’espansione del disboscamento, lo spostamento di popolazioni a causa della richiesta di terre, e di conseguenza provocare un aumento della crisi alimentare, colpendo così direttamente le persone a basse entrate, in particolare le economie più sfavorite dei Paesi in via di sviluppo. In questo senso, il governo boliviano, riconoscendo la necessità di ricercare e sfruttare le fonti opzionali di energia che sono frutto della natura, come l’energia geotermica, solare, eolica e le piccole e medie centrali idroelettriche, propone una visione altra, fondata su una via gradevole, in armonia con la natura, al fine di elaborare delle politiche pubbliche che mirino alle produzioni di energia optionali sicure, che garantiscano la salvaguardia del pianeta, la nostra “madre terra”».

Comunque anche il documento afferma di voler incoraggiare «lo sviluppo di diverse fonti e tecnologie di energie rinnovabili», mettendo a punto strategie nazionali per l’energia sostenibile che tenfgano conto delle incidenze ambientali e sociali.

Nel documento appare anche il nucleare (assente nella prima bozza): «Affermiamo che la produzione di energia nucleare nei nostri Paesi rispetterà strettamente gli obblighi che abbiamo contratto con i termini del Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari ed altri accordi multilaterali applicabili di portata internazionale sulla non proliferazione e la sorveglianza e la sicurezza nucleare dei quali uno Stato membro fa parte». Un chiaro via libera alle ambizioni nucleari di Venezuela, Argentina, Brasile ed altri Stati latinoamericani.

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