[17/04/2009] Parchi

La Zambia deporta animali da un parco all’altro per motivi turistici

LIVORNO. La Zambia wildlife authority (Zawa) sta avviando un progetto di spostamento di molti animali da un’area protetta ad un’altra.
Secondo l’agenzia stampa Zanis, il tentativo della Zawa è quello di rimpinguare il numero di animali selvatici nel parco nazionale del Nsumbu, nella provincia del nord, in maniera «conforme ai Piani governativi di sviluppo del turismo nella provincia».

Il parco del Nsumbu, 2.063 km2, è affacciato sul lago Tanganica, nei distretti di Kaputa e Mbala, vanta magnifici panorami e la sua fauna è caratterizzata dalla presenza di elefanti e di altri grandi erbivori, ma anche di babbuini e carnivori. La crisi del parco è dovuta alla carenza di personale ed alla conseguente scarsità di controlli sul lago ed a terra ed alla carenza di fondi inadeguati per mantenere strade ed edifici.

Il turismo è attratto dai grandi animali selvatici, se questi scarseggiano il parco perde di attrattiva e il turismo cala. Un incontenibile bracconaggio sta mettendo in pericolo il progetto del governo di Lusaka di promuovere il nord del Paese come una zona turistica, un paradiso naturale della fauna africana.

Due giorni fa Chuma Simukonda, ecologista capo della Zawa, ha accompagnato nell’area protetta un gruppo di alti funzionari del governo di Lusaka capitanati dal ministro delle finanze e della pianificazione nazionale, Situmbeko Musokowane, che ha assicurato che il denaro per l’operazione di spostamento degli animali dal Sudafrica, tra i quali 340 elefanti, è già disponibile».

L’eco-turismo, o meglio il turismo faunistico, è lucroso ma trova impensabili ostacoli: «La popolazione di alcuni animali nel parco non è in salute a causa dell’attività di bracconaggio – ha detto Musokowane – Questo significa che se noi attraiamo più turisti conformemente agli sforzi del governo per sviluppare questo settore, dobbiamo assicurarci che la popolazione animale ci sia».

Così la Zambia, che solo pochi giorni fa aveva annunciato la messa all’asta di animali in sovrannumero che vivono in altri suoi parchi nazionali, ora ha il bisogno di aumentare la popolazione di zebre, bufali (150), antilopi (10), kudus (100) e di carnivori.

Notizie come queste mettono in serio dubbio la nostra percezione dell’Africa come continente dai grandi spazi aperti ed intoccabili, dove il rapporto uomo-natura è ancora primordiale.

Le vendite all’asta e le “traduzioni” di animali da un parco all’altro fanno pensare sempre di più ad un turismo da zoo-safari, ad aree dove i “bianchi” trovano i grandi animali che pretendono di vedere e che poi i bracconieri uccidono fino a dentro i parchi nazionali che li dovrebbero difendere, in un incessante e vorticoso rimpiattino tra guardie e ladri che ha in palio la sopravvivenza di una fauna africana ancora davvero libera e selvaggia.

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