[15/04/2009] Urbanistica

Cina: l’erosione dei suoli “costa” il 2,25% del Pil

LIVORNO. Il ministero cinese per la protezione dell’ambiente ha reso noto il suo programma 2009 per la riduzione dell’inquinamento e che punta soprattutto alla lotta contro le attività nocive per l’ambiente. Il ministro dell’ambiente Zhou Shengxian ha detto in una conferenza stampa che il suo ministero «sorveglierà strettamente le imprese fortemente inquinanti ed a forte consumo di energia, in particolare le imprese siderurgiche e quelle che utilizzano arsenico. Il ministero continuerà a proteggere 5.700 fonti di acqua potabile ed a controllare gli impianti di trattamento delle acque reflue e le discariche pubbliche nelle zone rurali ed urbane. L’anno scorso, circa 15.000 imprese sono state sanzionate per inquinamento e circa 100 persone implicate sono state punite. Benché la Cina abbia realizzato dei progressi nel 2008, il lavoro di protezione dell’ambiente resta ancora una sfida per quest’anno».

Intanto Chen Lei, il ministro cinese delle acque, ha annunciato che l’erosione dei suoli in Cina ha raggiunto i 4,5 miliardi di tonnellate all’anno e che 24 milioni di ettari di terre coltivabili colpite dal fenomeno devono essere protette meglio. Il fenomeno dell’erosione sta avendo in Cina effetti clamorosi: dal 1950 al 1999 il letto del fiume Giallo è sceso tra i 2 e i 4 metri in media e 9.2 miliardi di tonnellate di fango si riversano nel fiume a causa dell’erosione dei suoli che interessa le regioni che percorre.

Secondo alcuni studi del ministero delle acque l’erosione provocherebbe in Cina perdite economiche che arrivano ogni anno al 2.25% del prodotto interno lordo, un bel pezzo del Pil cinese portato via dall’acqua e da scelte di crescita scriteriate, ma secondo il ministero «le perdite ambientali sono ben peggiori». Secondo il ministro Chen «Alla Cina ci vorranno da 15 a 20 anni per migliorare le condizioni di salvaguardia dei suoli nelle regioni che soffrono per l’erosione, rafforzando la protezione della vegetazione e proibendo il sovra-pascolo ed il supersfruttamento delle praterie».

Un aiuto ai cinesi arriverà dalla piccola ma ricca Svizzera che ha deciso di rafforzare la sua collaborazione con Pechino proprio nel campo della gestione delle acque. Il ministro dell’ambiente svizzero, Moritz Leuenberger, domani sarà in Cina per firmare un accodo per la gestione sostenibile delle acque e per la prevenzione. Leuenberger visiterà la grande diga delle Tre Gole e parteciperà al terzo Forum sullo Yangtzé insieme a Chen Lei.

La svizzera collabora dal 2001 con la Cina nel campo della prevenzione e della gestione dei rischi legati ai pericoli naturali. L´ufficio federale per l’ambiente svizzero è in stretto contatto con il ministero cinese delle acque con il quale lavora ad un progetto per il miglioramento della sorveglianza nel bacino dello Yangtzé.

Secondo il Département fédéral de l´environnement, des transports, de l´énergie et de la communication (Detec) svizzero, «A causa dei loro territori montagnosi, la Svizzera e la Cina si confrontano con gli stessi rischi naturali. I due paesi utilizzano l’energia idraulica e devono di conseguenza far fronte a problemi relativi alla gestione dei bacini e dei versanti, che si stanno accentuando a causa dei cambiamenti climatici. L´accento della collaborazione è messo sugli impegni della politica ambientale su scala internazionale così come sullo scambio di esperienze in materia di legislazione sulla protezione dell’ambiente e la gestione delle risorse».

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