[09/04/2009] Urbanistica

E´ in legno la nuova casa che resiste ai terremoti. Ecodem: estendere gli incentivi del 55% alle ristrutturazioni antisism

FIRENZE. Esiste un materiale da costruzione nuovissimo, rivoluzionario. Elastico, antisismico, con una resistenza paragonabile, per alcune sollecitazioni, al cemento armato, ma molto più leggero, economico e con una maggiore facilità di manutenzione. E – udite udite – è un materiale eco-compatibile più che mai, proveniente da fonti a rinnovamento annuale, e che in prospettiva potrà essere ottenuto da filiere regionali, poichè la materia prima non manca, in Toscana, anzi abbonda.

Questo materiale rivoluzionario si chiama... legno. È infatti realizzata in un particolare compensato legnoso la nuova casa antisismica che (nelle previsioni, a inizio 2010) sarà realizzata a Firenze nella zona di Gavinana da Casa Spa, la società partecipata da 33 comuni dell’area fiorentina che si occupa di edilizia residenziale pubblica. Il progetto, concepito da Ario Ceccotti del Cnr e che prevede la realizzazione di 45 alloggi suddivisi in due fabbricati, avrà un costo di 6,5/7 milioni di euro, che dovevano essere in parte (almeno 2 milioni) coperti da finanziamenti statali, ma che adesso sarà integrato probabilmente da risorse reperite localmente perchè, ha sostenuto Vincenzo Esposito di Casa Spa, «il ministero delle Infrastrutture ha emesso il decreto per i fondi, ma quello delle Finanze non ha aperto la cassa».

La casa antisismica, che è stata testata (cioè sottoposta ad un finto terremoto tramite una piattaforma semovente alla base) negli avveniristici laboratori di Kobe (Giappone), è stata presentata oggi a Firenze dal presidente degli Ecologisti democratici toscani, Erasmo d’Angelis, e dal coordinatore cittadino Alberto di Cintio. L’occasione era la presentazione delle proposte degli Ecodem riguardo agli ultimi tragici eventi sismici avvenuti in Abruzzo: a questo proposito gli Ecodem propongono di «estendere il beneficio fiscale del 55% anche alle famiglie toscane che metteranno in sicurezza antisismica, in zone pericolose, la propria abitazione», utilizzando parte dei 500 milioni che sarebbero recuperati accorpando i referendum alle elezioni di giugno.

Secondo d’Angelis, l’Italia è «un paese dove c’è molto da rottamare» e dove esiste una «vulgata stupida che pone l’edilizia in conflitto con l’ambiente. Non è così: l’edilizia è in conflitto con le case che si accartocciano dopo le scosse, costruite male e con materiali scadenti, con licenze compiacenti o abusive, con lo spreco di energia o di risorse idriche. E’ questa l’edilizia selvaggia che abbiamo il dovere di rottamare». Di Cintio ha invece auspicato che le tecniche antisismiche siano generalmente applicate «prima di tutto a scuole e ospedali», e ha chiarito la «ferma contrarietà» degli Ecodem a «modelli urbanistici come le new-town», anche all’Aquila dove «ha più senso ricostruire gli edifici danneggiati dove erano presenti».

Riguardo in particolare alla casa antisismica c’è da dire che, essendo la regione toscana tra le più boscate d’Italia, appare evidente come la diffusione, in prospettiva, di edifici in legno possa costituire una ottima opportunità per rianimare la filiera del legno da costruzione. Una filiera che, dopo la crisi del legname degli anni ’60 e ’70 (causata dall’abbandono delle campagne e dalla diffusione di nuove tecnologie, come appunto il cemento armato) non si è ancora ripresa. Attualmente, ha spiegato Esposito, «le forniture di legno per i pannelli costitutivi della casa provengono da Trentino e Friuli, l’azienda di lavorazione è in Austria e i capitali sono finlandesi».

Casa spa «conta sul supporto della Regione per costruire la casa (o quelle che ad essa seguiranno) con legno toscano, lavorato in segherie toscane e lavorato da carpentieri che facciano riferimento ad una filiera locale. Una filiera ancora tutta da creare: ma lo sbocco per essa c’è eccome: la costruzione della casa antisismica richiederà 5000 mq di legno lamellare, e da questa cosa nascerà cosa». La casa antisismica, che è anche molto resistente agli incendi (anche se questo si ottiene tramite l’utilizzo di sostanze ritardanti di fiamma, molto efficienti ma anche molto inquinanti soprattutto per lo smaltimento finale), ha un peso circa 5 volte inferiore ad una equivalente costruita in calcestruzzo. In teoria, ha chiosato Esposito, «il fabbricato potrebbe essere costruito anche a consumo energetico zero, ma la cosa costerebbe un sacco di soldi»: forse sarebbe comunque il caso di provarci. (rm)


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