[09/04/2009] Consumo

In Senato impegno bipartisan per dare una legislazione all´omeopatia

LIVORNO. Da quanto emerso al forum organizzato ieri da Direnew communication, dal titolo "Chi (non) vuole l´omeopatia?", sembrerebbe che ormai tutti la vogliono. O meglio che esiste a questo punto un accordo bipartisan sulla necessità di regolamentare un settore cui ricorrono milioni di italiani.
«E´ necessario dare vita ad una legge che regolamenti l´omeopatia, per garantire la libertà di cura ai milioni di italiani che oggi vi fanno ricorso», ha infatti sostenuto il senatore Domenico Gramazio (Pdl), vicepresidente della commissione Igiene e sanità del Senato, intervenuto al forum.

«E’ d´obbligo regolamentare questo settore - ha aggiunto Gramazio - perchè sono prodotti usati da medici e pazienti» e per accelerare i tempi di redazione della legge, propone di «stabile i soggetti da sentire per avere i pareri professionali, ma senza perdersi in audizioni inutili».

Preoccupazione che è stata sedata da Daniele Bosone (Pd), anch´egli vicepresidente della commissione Igiene e sanità del Senato, relatore nella passata legislatura di un disegno di legge che stava per approdare in Senato e che è stato ripreso nella attuale. Secondo Bosone anzi il percorso della legge potrebbe essere ripreso proprio da dove si era interrotto: «sono relatore del provvedimento - ha spiegato - e possiamo mantenere come valide le audizioni svolte nella passata legislatura: entro maggio, dunque, potremmo avere un disegno di legge unico, condiviso, da presentare in commissione».

Impegni importanti, soprattutto perché condivisi da maggioranza e opposizione che fanno ben sperare di giungere presto anche in Italia ad un settore regolamentato, così come già è avvenuto in molti paesi nel resto d’Europa.
L´Unione Europea, da tempo impegnata ad assicurare un elevato livello di protezione, competitività e innovazione nel settore della salute, ha emanato nel 2006 la direttiva sui farmaci, che ha come obiettivo l´allineamento tra tutti gli Stati membri, Italia compresa, in materia di regolamentazione e commercializzazione di nuove categorie di farmaci.

In Italia, però, nonostante le direttive Ue, sia la regolamentazione della disciplina, sia l´atto amministrativo riguardante l´autorizzazione a registrare nuovi farmaci omeopatici (pur prevista dalla norma comunitaria) non sono stati ad oggi formalizzati, benché siano trascorsi oltre due anni dal varo della direttiva europea.
«Il settore dell´omeopatia ha aspetti paradossali - ha sottolineato Alessandro Pizzoccaro, presidente di Guna Spa, intervenuto al forum- Interessa a 8 milioni di italiani, ma da 20 anni non esiste una normativa che ne definisca i contorni legislativi e che consenta la registrazione di farmaci, così come accade per i prodotti classici».

Un segnale positivo è venuto recentemente dall’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), che pochi giorni fa ha pubblicato sul suo sito i documenti relativi alla registrazione dei farmaci omeopatici, anche se a detta del presidente di Guna «la situazione non cambia di molto rispetto a quella vissuta fino ad oggi, nel quale il farmaco omeopatico, privo di una legislazione adeguata, è sostanzialmente tollerato».

Ma senza dubbio l’impegno comune a proseguire nel disegno di legge assunto dai due vicepresidenti della commissione Igiene e Sanità del Senato è un altro segnale che l’interesse a mettere anche l’Italia al passo dell’Unione europea sembra reale.
Se non altro perché ha degli aspetti economici di qualche rilievo, la stessa Guna ha infatti fatto presente che ha nel cassetto «un piano di sviluppo che prevede 150 nuove assunzioni, ma che nel cassetto resta, vista la situazione italiana». Quindi , dati anche gli attuali venti crisi, conviene che questa situazione cambi alla svelta.


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