[19/05/2006] Rifiuti

Del Lungo: «Legge e piano vigente non impongono un termovalorizzatore per Ato»

FIRENZE. L’assessore Verde Claudio Del Lungo, oggi al Comune di Firenze con la delega all’ambiente, viene spesso tirato in ballo sul tema dei rifiuti, in riferimento alla legge regionale o al piano regionale, redatti nel 1998 durante la sua delega regionale all’ambiente. Da più parti e in più occasioni si è imputato alla legge regionale e al Piano regionale vigenti l´assunto per il quale ogni Ato dovrebbe avere un termovalorizzatore (cosa che, invece, prevede esplicitamente il Testo Unico approvato da Matteoli e in vigore dal 29 aprile).

Assessore Del Lungo, davvero lei vorrebbe fare o voleva fare un inceneritore in ogni Ato?
«Le cose non stanno assolutamente così: il decreto Ronchi diceva che doveva essere garantita l’autosufficienza di ogni Ato, ma questo non voleva significare, anzi, che era obbligatorio fare un termovalorizzatore per provincia. Le faccio un esempio: due Ato vicini come Pisa e Livorno potevano mettersi d’accordo e dire ‘a Pisa faccio un unico termovalorizzatore per entrambi gli Ato, a Livorno utilizzo la discarica per le scorie residue’. Oppure potrebbe esserci un Ato così virtuoso da fare una raccolta differenziata così spinta da non aver bisogno di un termovalorizzatore e dunque da conferire la frazione secca residua ad un impianto esistente… Non solo, ma anche gli Ato corrispondenti alle dimensioni provinciali erano una norma non vincolante del Ronchi. Tant´è che Pistoia e Empoli hanno costituito un unico Ato seppure riguardante due Province. Nella legge e nel Piano del 1998 non vi era alcun impedimento. Tant´è che chi voleva fare ha fatto e, purtroppo, anche chi non voleva fare, non ha fatto. Compresa la prevista riduzione, compresi gli acquisti verdi, compresi gli impianti di compostaggio, compresi gli impianti di recupero degli inerti, compreso gli aggiornamenti dei capitolati di appalto per l´utilizzo di materiali riciclati nelle opere pubbliche, compresi gli accordi di programma con i soggetti economici per favorire recupero e riciclaggio, compresi gli impianti di selezione e di digestione anaerobica (il trattamento a freddo, ndr). Tutte cose che qualcuno scopre ora come moderne e che sono in vigore da quasi dieci anni».

Quindi lei non è dell’idea che serva un termovalorizzatore per Ato?
«Esatto, addirittura quando ci chiesero, alla luce della legge regionale, quale pensavamo che fosse la soluzione ideale, noi dicemmo che l’ipotesi migliore sarebbe stata quella di avere 3-4 grandi inceneritori in grado di coprire tutta la Toscana (oggi, quelli gestiti dal pubblico, sono 13 anche se due non in funzione). Anche perché la nostra legge nacque proprio con l’idea di funzionare da stimolo per i singoli Ato a trovare soluzioni che consentissero loro di essere autosufficienti. Su questo tema occorrerebbe un minimo di rigore. C´è troppa gente che parla senza cognizione di causa».

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