[07/04/2009] Urbanistica

Terremoti e radon: la prevenzione viene prima delle previsioni

LIVORNO. Come ogni tragedia anche il terremoto che ha devastato il cuore dell’Abruzzo, porta con sé la sua inevitabile scia di polemiche, mentre ancora si scava tra le macerie nella terribile attesa di poter gridare al miracolo di qualche vita umana salvata.

La necessità di fare manutenzione dell’esistente in questo Paese era evidente senza bisogno di questa terribile dimostrazione. La vera grande opera, lo abbiamo ripetuto più volte, è la riqualificazioni degli edifici pubblici e privati, la loro efficientizzazione dal punto di vista energetico e da quello strutturale, visto che anche palazzine costruite dieci o 20 anni fa (emblematico il caso dell’ospedale dell’Aquila) si sono sbriciolate sotto la forza di un terremoto.

Le norme antisismiche ci sono e valgono per le case nuove e probabilmente (ora) saranno inserite nel piano casa vincolandovi gli ampliamenti. Semplice buon senso, a cui però arriviamo dopo l’ennesima catastrofe che non si poteva prevedere ma i cui effetti si potevano prevenire.

E qui si entra nella polemica sul tecnico Giampaolo Giuliani che avrebbe annunciato un evento sismico di grosse dimensioni, senza però indovinare né il dove né il quando, finendo comunque per essere ignorato ed anzi denunciato per procurato allarme.

Giuliani ha brevettato un sistema che misurando il radon permetterebbe secondo lui di prevedere i terremoti. Noi di greenreport ci siamo occupati molto di radon, anche se sotto un altro punto di vista, quello degli effetti sulla salute di questo gas radioattivo inodore e incolore che si trova naturalmente nel sottosuolo e che però puo provocare gravi danni alla salute umana se vi si espone per lungo tempo. In Italia e nel mondo è questo l’aspetto più studiato del radon e nel nostro paese esiste un Piano nazionale radon e un archivio nazionale, coordinato dal professor Francesco Bochicchio dell’Istituto superiore di sanità.

Professor Bochicchio, anche se lei studia il radon sotto questo secondo punto di vista, che idea si è fatto dell’ uso del radon come possibile precursore di eventi sismici?
«Il legame tra questo utilizzo e gli effetti sanitari dell’esposizione al radon è piuttosto labile, ma ritengo sia utile fare alcune considerazioni in quanto spesso purtroppo le notizie che vengono riportate sono estremamente imprecise.
Il primo punto da sottolineare è che le ricerche su possibili precursori degli eventi sismici e tra questi anche il radon, vanno avanti da decenni. L’utilità delle ricerche è fuori discussione, ma dire che oggi è possibile già usare il radon come precursore è purtroppo impossibile. E dico purtroppo perché chiunque trovasse un precursore inoppugnabile farebbe un bene sociale da dieci nobel. Le ricerche in tal senso quindi vanno avanti in ogni Paese, nel caso specifico La rilevazione delle radiazioni gamma emessa dai prodotti di decadimento del radon è una tecnica a disposizione da alcuni decenni. Non è affatto innovativa».

Il sistema brevettato da Giuliani quindi non è una novità?
«La strumentazione che utilizza è standard ed è presente in tutti i laboratori che misurano la radioattività. La particolarità in teoria dovrebbe essere quella di avere analizzato e trovato una correlazione predittiva tra i segnali e i terremoti. Esistono esperti mondiali che analizzano questi segnali da diversi anni, ma ancora nessuno ha ottenuto un vero indicatore predittivo. In ogni caso lo ripeto: la scoperta di un precursore dei terremoti sarebbe eccezionale e dovrebbe essere messa a disposizione di tutti. Purtroppo non siamo in grado di analizzare i dettagli della proposta di questo tecnico perché è sottoposta a brevetto».

Torniamo a parlare del Piano nazionale radon, di cui è responsabile scientifico.
«Stiamo lavorando a delle linea guida e raccomandazioni affinché tutti i nuovi edifici abbiano semplici sistemi che consentano di ridurre le infiltrazioni di radon dal sottosuolo, riducendo così l’impatto sanitario di questo gas a cui sono attribuiti ogni anno, solo in Italia, 3100 casi di tumore al polmone, inoltre bisogna ricordare che vi è in effetto sinergico e moltiplicativo tra radon e fumo di sigaretta».

Perché si parla così poco del radon e perché si fa così poca prevenzione?
«L’obiettivo di questo osservatorio e delle linee guida che stiamo completando è proprio quello della prevenzione e dell’informazione. E su questo aspetto le analogie con il terremoto sono molte, perché i terremoti oggi non si possono prevedere ma se ne possono prevenire gli effetti, costruendo in modo sensato, soprattutto laddove ci sono zone sismiche: un recente sisma in Giappone di un’analoga intensità non ha fatto vittime, Da noi invece è stata una tragedia, perché non tutti gli edifici sono stati costruiti tenendo conto delle norme antisismiche. E allo stesso modo non tengono conto di altri fattori, come appunto l’esposizione al radon. E poi se ne pagano le terribili conseguenze dopo, direttamente o attraverso i costi del sistema sanitario nazionale».

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