[07/04/2009] Energia

Brutta tegola sul fotovoltaico: dopo l´Ici in arrivo anche un taglio degli incentivi?

LIVORNO. Una recente nota dell’dell’Agenzia del territorio, che risale al 10 marzo scorso, assimila gli impianti fotovoltaici ad opifici (categoria D1) sui quali si applica l’Ici, quindi anche queste fonti energetiche rinnovabili dovrebbero pagare la tassa comunale.
Un elemento che potrebbe far riconsiderare, secondo l’ Associazione produttori energie rinnovabili (Aper), l’effettivo rendimento economico di questi impianti.

Tanto che come spiega il direttore Marco Pigni starebbero studiando possibili soluzioni, per evitare l’aggravio dei costi per i proprietari di impianti solari fotovoltaici.
Le soluzioni individuate sarebbero tre: la prima prevede l’incremento degli incentivi attualmente riconosciuti agli impianti realizzati e che sarà in vigore per tutti gli impianti installati entro dicembre 2010. Da gennaio 2011 saranno infatti rivisti gli aiuti economici attraverso un decreto che è previsto già per l’estate di quest’anno, anche se sembra che la volontà del legislatore sia al contrario quella di abbassare la quota (anziché alzarla), giustificando tale decisione con il fatto che i costi tecnologici dei pannelli fotovoltaici sono scesi e che quindi il mercato non avrebbe più bisogno della stessa entità di sostegni come avvenuto sino ad ora.

Un’eventualità che potrebbe frenare (dal 2011) la corsa al fotovoltaico, che pochi giorni fa ha visto esultare l’Italia, che con oltre 24mila impianti, per una potenza di 338 MW, si colloca al terzo posto, insieme agli Stati Uniti, per potenza annua installata nel 2008, dietro la Spagna e la Germania.

La seconda ipotesi messa in campo da Aper ipotizza invece una nuova agevolazione fiscale compensativa, anziché l’aumento degli incentivi.
Terza possibilità che viene contemplata dall’associazione dei produttori di energia rinnovabile è la riallocazione di questi impianti in altra categoria catastale, ovvero nella E che comprende gli immobili cui viene riconosciuto un pubblico servizio e che, secondo una sentenza del 2 gennaio 2009 della Commissione Tributaria provinciale di Bologna, non assoggettabili all’imposta comunale.

L’Aper si dice pronta al confronto che vorrebbe estendere a tutte le fonti rinnovabili per trovare le modalità per superare l’attuale «contraddizione di uno Stato che con una mano dà, dicendo di voler sviluppare le rinnovabili, prevedendo anche specifici incentivi, e con l’altra prende, assoggettando all´Ici i medesimi impianti per la produzione di energia».

E qualora il confronto non fosse accettato o proficuo l’alternativa sarà il contenzioso. Una strada che, però, sarebbe non tanto utile da intraprendere. Lasciare che le questioni amministrative vengano risolte dalla magistratura e dai tribunali anziché dalla politica è infatti un percorso che poco aiuta allo sviluppo di una economia, che come quella legata alle rinnovabili potrebbe dare una mano alla crisi economica oltre che a quella ambientale nel nostro paese.

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