[06/04/2009] Rifiuti

Birrerie e prodotti di bellezza inquinano il fiume Congo

LIVORNO. Il presidente del partito ecologista ed ex ministro dell’ambiente della Repubblica democratica del Congo (Rdc), Didace Pembe, ha chiesto a tutte le istituzioni nazionali ed agli enti locali a di prendere subito le misure necessarie per protegge le acque del fiume Congo che risultano inquinate soprattutto dagli scarichi delle imprese che sorgono sulle sue rive.

Il fiume Congo, che dà il nome a ai due Stati africani che divide, con una lunghezza di 4.700 km è il secondo fiume dell’Africa dopo il Nilo e con le sue acque e quelle dei suoi affluenti dà vita alla seconda più grande foresta pluviale del pianeta. Dopo l’Amazzonia, quello del Congo è il più importante bacino fluviale del mondo.

Secondo Pembe, che in una conferenza stampa ha deplorato l’inquinamento in continuo aumento del grande fiume, in particolare nel suo tragitto nella capitale della Rdc Kinshasa, «a causa dei rifiuti provenienti dai birrifici e dalle aziende che producono prodotti di bellezza installati lungo il fiume nei comuni di Limete e della Gombe a Kinshasa, i pesci pescati nel fiume a Kinshasa puzzano di petrolio». Ma secondo il presidente del partito ecologista della Rdc, la contaminazione del fiume Congo sta causando una recrudescenza della malattie “idriche” tra la popolazione della capitale ed un aumento del cancro.

Il fiume Congo è una delle più grandi riserve del mondo di ittiofauna tropicale la cui biodiversità è ora fortemente minacciata da una crescita urbana e demografica lungo le sue sponde. Il “Pool Malebo”, il tratto di fiume che scorre a Kinshasa, rappresenta anche il collegamento con Brazzaville, la capitale dell’altro Congo, facendo delle due città le capitali più vicine del mondo.

Una via d’acqua congestionata, uno dei collegamenti commerciali più attivi dell’intera Africa, ma anche un tratto di fiume che deve sopportare la pressione di 7 milioni e mezzo di abitanti di Kinshasa e di almeno un milione e 200 mila abitanti di Brazzaville, una popolazione spesso priva di fognature e raccolta di rifiuti e che scarica tutto nel grande fiume, rischiando ormai di ucciderlo.

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