[03/04/2009] Comunicati

Partenariato mondiale per le risorse genetiche

LIVORNO. Da ieri 500 delegati sono riuniti a Parigi per la settima riunione del gruppo di lavoro speciale a composizione non limitata per l’accesso e la condivisione dei vantaggi (Wgabs7) delle risorse genetiche che si chiuderà l’8 aprile.

Si tratta della prima di tre riunioni previste dalla conferenza delle parti della Convention on biological diversity (Cbd) tenutasi a Bonn nel maggio 2008, che dovranno portare ad un accordo internazionale sui metodi di utilizzo e gestione delle risorse genetiche.

A Bonn le parti aderenti alla Cbd stabilirono una road map per arrivare all’elaborazione e alla negoziazione di un regime internazionale prima del prossimo summit mondiale che si terrà nell’ottobre 2010 a Nagoya, in Giappone. Nell’occasione furono creati 3 gruppi di esperti tecnici e giuridici su: conformità; concetti, termini, definizioni ed approcci settoriali; conoscenze tradizionali associate alle risorse genetiche.

Questi work group di esperti devono fornire al processo negoziale in corso assistenza giuridica e consigli tecnici. Più precisamente, nella riunione dei gruppo di lavoro in corso a Parigi i delegati si occuperanno dell’obiettivo e della portata del regime internazionale così come dei suoi elementi che riguardano l’accesso alle risorse genetiche della condivisione dei vantaggi che ne derivano e della conformità.

Solo una regola internazionale condivisa può garantire che tutti i Paesi abbiano una parte giusta ed equa dei vantaggi derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche originarie dei loro territori, attraverso la realizzazione un quadro chiaro e trasparente per l’accesso ed alla condivisione dei vantaggi.

Dopo che le comunità locali e i popoli indigeni hanno subito veri e propri furti da parte di multinazionali che hanno brevettato le loro risorse genetiche, è arrivato il tempo della condivisione dei guadagni con il trasferimento delle tecnologie, deui risultati della ricerca, attraverso un’opera di formazione che possa contribuire a ridurre la povertà ad allo sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo ricchi di biodiversità.

«L’accesso alle risorse genetiche, in cambio di una divisione giusta ed equa dei vantaggi – si legge in un comunicato della Cdb – può contribuire alla ricerca ed allo sviluppo, contribuendo al benessere umano grazie all’utilizzo di risorse genetiche nei prodotti farmaceutici, nei cosmetici, nell’agricoltura ed in numerosi altri settori. L’accesso alle risorse genetiche è ugualmente essenziale per assicurare una migliore comprensione della trama mondiale della vita attraverso la ricerca tassonomica».

La Convention on Biological Diversity dell’Onu, fondata nel 1992 a Rio de Janeiro al summit della Terra, riconosce agli Stati il diritto sovrano sulle loro risorse naturali nelle zone poste sotto la loro giurisdizione. Le 191 Parti della Cbd hanno quindi il diritto/dovere di determinare l’accesso alle risorse genetiche nei settori che riguardano la loro giurisdizione ed hanno anche l’obbligo di prendere misure adeguate per condividere i vantaggi del loro utilizzo.

I lavori di Parigi si sono aperti con la notizia che alcuni Paesi hanno redatto nel tempo previsto il loro quarto rapporto nazionale, si tratta di: Afghanistan, Algeria, Australia, Bhutan, Burundi, Cambogia, Cameroun, Cina, Costa d´Avorio, Cuba, Repubblica democratica del Congo, Germania, Gibuti, Egitto, Estonia, Ghana, Giappone, Giordania, Kirghizistan, Liberia, Marocco, Mongolia, Myanmar, Niger, Niue, Spagna, Tagikistan, Thailandia. Altri Paesi hanno presentato delle bozze di rapporto. L’Italia, come si vede non ha ancora il suo rapporto. La scadenza era il 30 marzo 2009.

Secondo il presidente della Conferenza della Parti della Cbd, Jochen Flasbarth, «Il futuro della Convenzione deve radicarsi nell’esperienza della messa in opera delle Parti. Nel loro quarto rapporto nazionale, i Paesi hanno la possibilità di fare in modo che le loro preoccupazioni e le loro esperienze vengano tenute di conto. Conseguentemente, redigere il rapporto in tempo non è solo un obbligo che le Parti si sono fissato, è anche nel loro intererse. Chiedo istantaneamente a tutti i Paesi di redigere i loro quarti rapporti nazionali il più rapidamente possibile per assicurare il successo della Cop-10 e dell’Anno internazionale della biodiversità nel 2010»

Anche il segretario esecutivo della Cdb, Ahmed Djoghlaf a chiesto a tutti gli altri Paesi «di sottomettere il loro rapporto prima possibile» ed ha fatto notare che la scadenza fissata aveva carattere obbligatorio secondo quanto concordato alla COP 8 del marzo 2006. «Il quarto rapporto nazionale cruciale per esaminare I progressi verso l’obiettivo del 2010 adottato durante la COP 6, così come per gli obiettivi del Piano strategico, e fornisce degli elementi importanti per l’elaborazione della terza edizione del Global Biodiversity Outlook (Prospettive mondiali della diversità biologica). Inoltre, le informazioni tratte dai quarti rapporti nazionali forniscono una base solida per l’aggiornamento del Piano strategico asl di là del 2010 e per la fissazione di un nuovo obiettivo della Bdb oltre il 2010, che sarà uno dei principali punti del programma di lavoro della decima riunione della Conferenza delle Parti a Nagoya, in Giappone, nel 2010. E’ chiaro che senza una revisione dell’obiettivo del 2010 ed un’analisi approfondita della messa in opera della Convenzione, sostenuta da un numero importante di rapporti nazionali, da ricevere prestissimo, il successo della COP 10 sarà seriamente danneggiato».

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