[02/04/2009] Comunicati

Comunicare la scienza in un mondo scettico

LIVORNO. Il forte contributo antropico ai cambiamenti climatici è ormai accettato come un fatto dalla stragrande maggioranza degli scienziati ed anche gran parte dell’opinione pubblica mondiale accetta questo punto di vista che sta in molti Paesi diventando, come in Australia, Usa e Gran Bretagna motivo di confronto politico (anche se solo in Italia e Repubblica Ceca ci sono politici di governo che ne mettono in dubbio persino l’esistenza).

Ma in momenti di crisi globale i sacrifici da fare possono essere usati per giustificare politiche di non intervento. I prossimi passi che si annunciano saranno difficili: la riduzione della Co2 richiederà modifiche allo stile di vita occidentale che riguarderanno l´occupazione, i prezzi dell´energia e dei trasporti.

Le politiche di intervento sui cambiamenti climatici verranno testate in un momento di fragilità economica e ci vorrà tempo prima che i loro frutti siano visibili.

La domanda centrale alla quale ha recentemente cercato di rispondere anche l’Australian science communicators (Asc), un network di oltre 400 scienziati, ricercatori, giornalisti, scrittori, insegnanti lavoratori delle tecnologie della comunicazione australiani e di altri Paesi, è: dato che il cambiamento climatico si sta verificando, come possono i comunicatori della scienza lavorare con i governi, l´industria, le imprese e le comunità per contribuire a produrre soluzioni ai problemi che solleva il cambiamento climatico? In particolare per quel che riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra e l´adeguamento ai cambiamenti climatici.

Quello che emerge con sempre più forza è che ogni cambiamento dovrà essere accompagnato da un rinnovato bisogno di dialogo e di discussione con l’opinione pubblica sulle cause e l´impatto del cambiamento climatico.

Il problema è però che stiamo parlando di un campo di ricerca multi-disciplinare, cha comprende la conoscenza del sistema climatico, che studia gli effetti del cambiamento climatico e la maniera di ridurre l’impatto antropico e per adeguarsi ai cambiamenti.

«Anche se il peso delle prove scientifiche dimostra che il cambiamento climatico è una realtà - dicono gli Australian science communicators - il clima è un sistema complesso e le possibili misure di adattamento e mitigazione dipendono tanti fattori socio-economici, vi è un’incertezza intrinseca. Questo dà luogo a molte discussioni, non solo nella letteratura scientifica, ma anche nel governo, nell´industria, nelle imprese pubbliche e nel dibattito pubblico. Con in gioco la sicurezza, la salute, il cibo, il territorio, gli interessi economici e politici, i provvedimenti necessari hanno bisogno dell’impegno e dell’appoggio dei decisori politici e delle politiche pubbliche di sostegno necessità e l´impegno, Questo implica un ruolo fondamentale per la comunicazione scientifica».

Una serie di incontri esaminerà il ruolo della scienza della comunicazione all´interno di questo contesto multi-disciplinare, per lavorare con i governi, l´industria, le imprese e le comunità a fornire soluzioni al cambiamento climatico.

Il primo simposio promosso dall’Asc, e tenutosi a Perth il 23 marzo, si intitolava significativamente “Communicating the science of climate change in a sceptical world”, E si e svolto rispondendo ad alcune domande: Cosa dice la scienza del clima? Ci sono differenze regionali rispetto al cambiamento climatico? Quanto sono d’accordo gli scienziati sul clima? Quanto ne siamo certi noi e come comunichiamo questo livello di certezza? Come “leggono” le persone l´incertezza della scienza? Quale è il ruolo di scienziati, provenienti da altri settori, ad esempio i geologi? Chi sono gli “esperti” credibili? Gli scettici chi sono, e quale è il loro punto di vista? Quali sono le domande e le questioni che sollevano? Come presentano i mass media l´equilibrio del dibattito? Quali sono i miti mediatici sul cambiamento climatico? Come possiamo comunicare la scienza complessa dei cambiamenti climatici scienza ed evitare i malintesi?

Domande che ci rivolgiamo quotidianamente anche noi ogni giorno a Greenreport e che avranno bisogno di altri incontri (e magari anche di una rete di “informatori” italiani) per ottenere risposte e soprattutto del lavoro quotidiano per verificarne l’impatto.

Lo sanno anche i colleghi australiani che preparano un altro incontro di alto livello, “Communicating the science of climate change with government, industry and business” che si terrà il 19 agosto a Brisbane in occasione del X congresso internazionale di ecologia.

Il terzo appuntamento, “Communicating the science of climate change with the people“ è previsto insieme al all’Australian Science Communicators conference, che si terrà a Canberra, nell’ottobre/novembre 2009.

Gli obiettivi di queste iniziative dei professionisti dell’informazione scientifica sono quelli di aumentare la consapevolezza e la comprensione delle problematiche e delle opportunità connesse alla comunicazione del cambiamento climatico, per favorire la progettazione e l´adozione di utili strategie di adattamento e mitigazione; discutere dei fattori che influenzano una comunicazione etica e chiara e l´impegno per la scienza del cambiamento climatico; individuare le “buone pratiche” della comunicazione sui cambiamenti climatici, per fare in modo che la scienza possa davvero contribuire alla progettazione ed adozione di utili strategie di adattamento e mitigazione.

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