[01/04/2009] Energia

E l´Eni risponde ma... glissa sul nucleare che toglie risorse alle rinnovabili

LIVORNO. Il motivo che ha spinto una azienda come Eni a promuovere un convegno sull’energia solare con una associazione ambientalista come Legambiente, come quello che si terrà domani al Politecnico di Torino lo abbiamo chiesto ad Enrico Furegato, responsabile Rapporti con gli stakeholder e il territorio di Eni. Sarà lui infatti ad intervenire, al posto di Sabina Ratti prevista in programma, per introdurre l’iniziativa assieme a Rossella Muroni, direttrice generale dell’associazione ambientalista.
«In realtà non si tratta soltanto di un convegno, ma di un progetto di più ampio respiro, che ha l’obiettivo di contribuire alla creazione di una sensibilità e di una cultura comune fra organizzazioni che appartengono a mondi diversi – quello delle imprese, delle associazioni, delle istituzioni pubbliche come le Università – su un tema essenziale per tutti come quello delle energie del futuro» ha spiegato Enrico Furegato.
Che ha continuato: «al centro del modello di sostenibilità di Eni ci sono due convinzioni fondamentali. La prima è che la complessità del mondo contemporaneo, non soltanto quello dell’energia, richieda approcci innovativi. L’innovazione è un tratto che caratterizza trasversalmente tutto l’impegno di Eni per lo sviluppo sostenibile e che riguarda la gestione delle persone, le relazioni con i Paesi produttori e, ovviamente, la ricerca di soluzioni nuove per la sicurezza degli approvvigionamenti di energia sul lungo termine, nel rispetto dell’ambiente.
Il secondo presupposto del modello di sostenibilità di Eni è che la definizione e il perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile siano frutto della condivisione con gli stakeholders dell’azienda.
Legambiente è da sempre un importante interlocutore di Eni. La realizzazione di questa partnership per il progetto “Il futuro del pianeta, gli scenari dell’energia” conferma l´interesse nell´individuazione di percorsi comuni per diffondere insieme una conoscenza più profonda dei temi energetici globali, prioritari tanto per la più grande impresa energetica italiana quanto per un´associazione di riferimento per il mondo ambientalista e per la società civile quale è Legambiente. La scelta di individuare come luogo di questo dialogo le più importanti Università italiane viene dalla volontà sia da parte di eni, sia da parte di Legambiente, di ricercare la massima collaborazione con le Istituzioni pubbliche impegnate nella ricerca e nella formazione dei giovani, che sono i primi destinatari di qualunque progetto che cerca di delineare i contorni di un futuro più sostenibile.

Si legge nella mission di Eni che è “un´impresa integrata nell´energia, impegnata nella ricerca, produzione, trasporto, trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale, nella petrolchimica e ingegneria e costruzioni”. Per quale motivo ha scelto di investire anche nelle fonti rinnovabili e in particolare nel solare?
«Per Eni essere una delle maggiori aziende mondiali nel settore energetico significa soprattutto agire responsabilmente per produrre un´energia che sia sostenibile per le future generazioni. Questo significa contribuire a costruire un mondo “a minore intensità di Co2”.
Eni è impegnata in questa direzione in modi diversi: innanzitutto può contare su un primato europeo che continua a rafforzare nel campo del gas naturale, una fonte naturalmente meno inquinante rispetto agli altri combustibili fossili. In secondo luogo, investe nel risparmio e nell’efficienza energetica, una vera e propria “fonte alternativa” di energia già disponibile oggi. Da ultimo, considera le fonti rinnovabili come un’importante fonte di energia che potrà gradualmente sopperire, in tempi futuri, all’utilizzo massiccio degli idrocarburi fossili, che non sono infiniti.
Oggi le fonti rinnovabili presentano due fattori di criticità: il primo è relativo ai costi, il secondo alla bassa densità e potenza energetica. Se i limiti di costo possono essere, in parte, compensati da politiche volte ad incentivare l’utilizzo delle energie alternative, i limiti tecnologici richiedono importanti investimenti nel campo della ricerca. Dobbiamo orientare la ricerca per abbattere questi problemi ed è quello che stiamo cercando di fare investendo nella ricerca su una fonte dalle grandi potenzialità: il sole. Nel 2008 l’impegno in Ricerca e Sviluppo della nostra azienda è stato di 310 mln € e le persone dedicate a tempo pieno all’attività di ricerca e sviluppo sono state 1.098. Abbiamo siglato accordi con primari centri di ricerca in Italia e nel mondo, ma tutto questo non basta: occorre che l’impegno per la ricerca sia condiviso, sia un obiettivo di tutti. Anche grazie a progetti come “Il futuro del pianeta, gli scenari dell’energia”».

A questo punto avevamo chiesto al rappresentante di Eni, se, dato che in Italia si vuole tornare a sfruttare l’energia nucleare, il fatto di investire risorse in questo senso potrà privare il settore delle energie rinnovabili di fondi necessari al proprio sviluppo?
Ma ci è stato risposto che il nucleare non è nel core business dell’azienda e che quindi non avrebbero risposto a domande in tal senso.
Alla replica che la domanda riguarda in realtà prossimi scenari sulle rinnovabili, ci è allora stato fatto presente che la risposta avrebbe rappresentato solo un punto vista personale e quindi non contemplato.
Ne prendiamo atto.

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