[01/04/2009] Parchi

Il piano del paesaggio riguarda o no anche i parchi?

PISA. Il piano del paesaggio riguarda o no anche i parchi? A leggere la nota di Francesca Clonaci (comunicato di ieri della Regione Toscana, vedi link) sul piano del paesaggio toscano (Ppt) sembrerebbe proprio di no. Intendiamoci -sebbene ciò non possa certo consolare- non è una novità come anch’io ho avuto modo di scrivere più volte.

Nell’ottobre del 2008 quando fu firmato l’accordo tra la regione con l’allora ministro Rutelli i parchi infatti non figuravano tra i firmatari. In Campania nel 2005 quando sugli stessi temi fu sottoscritta la Carta di Padula con il ministero tra i firmatari i parchi sia nazionali che regionali c’erano. Chi va a leggere il ponderoso ma interessantissimo documento recentemente approvato dalla Regione Emilia- Romagna su questi temi i parchi li trova –eccome- seriamente coinvolti nelle gestione. In Toscana no tanto è vero che i 38 territori censiti dalle schede allegate al PIT e ricordate nella nota non hanno nulla a che vedere con i perimetri dei nostri parchi che da anni approvano e gestiscono piani con valenza paesaggistica. E’ vero che il nuovo Codice dei beni culturali ha separato di nuovo natura e paesaggio ma ciò contrasta chiaramente con lo spirito e la lettera della citata Convenzione europea del paesaggio.

Come è possibile –in Toscana!- parlare di ‘passaggio all’azione sul paesaggio’ ignorando i parchi e le aree protette che nella nota non mai neppure citati. Il piano del parco di San Rossore che ha da decenni valenza paesaggistica varrà una delle 38 schede che, ad esempio, su Boccadarno scrivono ‘ bella veduta delle Apuane?

Sono mesi -e specialmente da quando si è cominciato a discutere tra intoppi e resistenze della nuova legge regionale sulle aree protette- che non solo i parchi hanno manifestato e manifestano forte preoccupazione anche alla presidenza della Regione per questa inspiegabile, cocciuta e miope impostazione che emargina ulteriormente i nostri parchi istituiti peraltro dalla regione ( o qualcuno se ne è dimenticato?). Quasi non bastassero già i danni e le complicazioni derivanti dal nuovo codice o dalla politica del nuovo governo che ai parchi riserva tagli e se non stiamo attenti anche nuovo cemento.

Per la costruzione del piano -si dice ad un certo punto della nota- si è attivato un processo circolare a partire dalla pianificazione comunale e provinciale che ha portato all’individuazione e condivisione dei valori del paesaggio. Domando; il piano Cervellati di San Rossore – ma anche quello della Maremma -lo hanno mai visto in regione? E siccome si presume di sì non vi hanno individuato niente di cui si debba tenere conto? Senza scomodare il latino per definirne i criteri non sarebbe ora che la regione toscana prendesse atto che occorre fare presto una nuova legge sui parchi che li faccia uscire dalla clandestinità del PIT?

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