[31/03/2009] Rifiuti

Traffico illecito di rifiuti speciali in Lombardia

LIVORNO. Il Noe di Milano, coordinato dal gruppo cc tutela ambiente di Treviso, ha eseguito, da questa mattina, dieci provvedimenti restrittivi nell´ambito di un´inchiesta, della procura di Busto Arsizio, su un vasto traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi. Nel servizio sono impegnati moltissimi uomini che stanno eseguendo anche una trentina di perquisizioni e il sequestro di un´importante azienda milanese operante nel settore del trattamento/smaltimento dei rifiuti.

Al centro dell´indagine figura uno dei principali protagonisti dell´inchiesta "Mani Pulite" degli anni Novanta, Mario Chiesa, l´ex presidente del Pio Albergo Trivulzio che con il suo arresto diede il via a "Tangentopoli".

Mario Chiesa, si legge sull’Ansa, sarebbe riuscito a far annullare una gara d´appalto, già vinta, e a far rifare il bando ed imporre come vincitrice una ditta della ´società´. Per gli investigatori era il ´gran burattinaio´ del sistema al centro del quale c´era la Servizi ecologici Milano (Sem), la società di cui e´ amministratrice unica la sua seconda moglie, A.E., della quale fa parte il figlio avuto da Chiesa dalla prima moglie e coadiuvata dal cognato. Il secondo figlio è invece dipendente di un´altra societa´, la Solarese, anch´essa al centro dell´inchiesta. Chiesa sarebbe stato il grande elargitore: dava buoni benzina, buoni pasto e buoni d´abbigliamento facendo triplicare lo stipendio di chi partecipava al sistema.

Lui avrebbe ´controllato´ le gare d´appalto vincendo al ribasso. Poi avrebbe ´recuperato´ con gli interessi facendo figurare quintali di smaltimento di rifiuti molto al di sotto di quelli reali; certificando servizi erogati, ma mai effettuati. Chiesa è accusato di associazione per delinquere finalizzata all´attività´ organizzata per il traffico e la gestione illecita di rifiuti, truffa aggravata ai danni di società pubbliche e private.

«Il business illegale dei rifiuti è un fenomeno nazionale non più solo appannaggio delle organizzazioni mafiose, ma che ormai fa gola anche ai colletti bianchi, sempre più invischiati in questo tipo di indagini –ha commentato la notizia Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - . Proprio per questo è necessario garantire adeguati strumenti di contrasto alla magistratura e alle forze dell’ordine, mantenendo la possibilità di eseguire le intercettazioni telefoniche e ambientali, a rischio eliminazione secondo il progetto di legge in discussione in Parlamento. Intercettazioni, senza le quali l´operazione di oggi non sarebbe stata possibile, lasciandoci ancora una volta all’oscuro di migliaia di tonnellate di rifiuti smaltiti illegalmente».

«Il traffico illecito scoperto questa mattina è l´ennesima conferma che la Lombardia è una delle regioni italiane più colpite da tale fenomeno criminale – ha aggiunto Sergio Cannavò, responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente Lombardia –. Basta pensare che in Italia dal 2002 al giugno 2008 sono state smascherate ben 105 organizzazioni criminali dedite al traffico illecito di rifiuti, di cui oltre il 40% operava, almeno in parte, in Lombardia e il 10% era costituito da soggetti ed aziende lombarde. E quando ad essere coinvolte non sono le organizzazioni mafiose, nella nostra regione i protagonisti sono sempre più spesso una fitta rete di “colletti bianchi” votati al crimine: imprenditori, responsabili dei laboratori di analisi, amministratori pubblici, trasportatori, addetti ai controlli e società di intermediazione, nuovi sodalizi criminali, ancora più pericolosi».

Come emerge chiaramente anche da questa inchiesta, l’ennesima, i rifiuti in Italia (come nel mondo) non sono solo quelli urbani. Anzi, la maggior parte (3 volte quasi gli urbani) sono quelli speciali di cui si parla praticamente solo in casi di inchieste giudiziarie. Se almeno ci fossero le infrastrutture necessarie (leggi impianti) per accogliere questi rifiuti correttamente, probabilmente le organizzazioni criminali smetterebbero di occuparsene o quasi, perché in questo modo si creerebbero davvero le condizioni operative affinché vi siano reali alternative di mercato nella scelta fra comportamenti scorretti e comportamenti corretti. Ma così purtroppo non è e le leggi in materia – continuamente riviste e piene di contraddizioni - non aiutano (anzi complicano) la vita anche a chi vuole comportarsi secondo le regole.

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