[27/03/2009] Energia

In Cina due anni di moratoria sulle richieste di ricerche carbonifere

LIVORNO. Il ministero del territorio e delle risorse naturali di Pechino ha annunciato che la Cina continuerà a sospendere per due anni le richieste di autorizzazioni di prospezioni di carbone. La moratoria durerà fino al 31 marzo 2011 ed ha l’obiettivo di prevenire la sovraproduzione di carbone. Il divieto non vale naturalmente per i principali progetti per lo sfruttamento del carbone approvati da Consiglio degli affari di Stato (il governo comunista) e per gli studi sulle risorse carbonifere che beneficiano di fondi geologici speciali del governo centrale e delle province.

Tutte le decisioni sul carbone restano quindi nelle mani del regime che aveva già sospeso tutte le domande private di autorizzazione per le ricerche carbonifere tra il febbraio 2007 e la fine del 2008, anche per garantire il disinquinamento in occasione delle olimpiadi e per chiudere le piccole miniere “artigianali” e abusive che provocano troppo spesso incidenti mortali .

Secondo i dati forniti dall’amministrazione di sorveglianza e controllo della sicurezza della produzione, in Cina le produzione di carbone ha raggiunto i 2,72 miliardi di tonnellate, con un aumento del 7,5%.

Intanto arrivano i dati sulla salute delle imprese industriali cinesi e non sono buoni: secondo l’Ufficio di statistica dello Stato, il calo medio dei guadagni su base annua è del 37,3%, dovuto soprattutto al calo dei prezzi alla produzione constatato tra gennaio (3,3% ) e febbraio (4,5%), i livelli più bassi dal 2002.

Le principali imprese industriali cinesi, quelle con un giro d’affari di a oltre 5 milioni di yuan, hanno realizzato 219,1 miliardi di yuan (32,2 miliardi di dollari) di guadagni netti durante i due primi mesi dell’anno, con un calo più forte per le imprese statali: meno 59,2% in un anno.

I guadagni del settore petrolifero e gasiero sono scesi dell’86,1%, quelli delle centrali elettriche del 77%, ma il record del calo di utili è attribuibile ad un settore che si pensava non conoscesse crisi: quello del settore dell’elettronica di consumo che ha perso il 96,3% dei suoi guadagni.

Forse anche per questo la Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma (Cssr) ha deciso (in contraddizione con la moratoria sul carbone) di concedere alle imprese più potere nella scelta dei progetti di investimento. Il direttore aggiunto della potente Commissione, Peng Sen, ha detto all’agenzia Xinhua che la Cssr «emenderà le misure provvisorie di esame e di approvazione dei progetti di investimento delle imprese». Queste misure provvisorie sono state approvate nel 2004 e danno alla Cssr il potere di esaminare ed approvare la maggior parte dei principali progetti industriali interni e alcuni progetti stranieri che beneficiano di forti investimenti.

Secondo Peng, la revisione «Potrebbe anche ridurre della metà il numero delle imprese aventi bisogno dell’autorizzazione governativa per i loro progetti d’investimento. Queste misure potranno dare più potere alle imprese nello scegliere i loro progetti d’investimento, rafforzando la loro fiducia negli investimenti. Tutte le riforme devono aiutare a stimolare la domanda interna e il governo deve modificare le sue funzioni per stimolare la vitalità del mercato. I capitali privati devono avere un più ampio accesso a più settori. Il governo deve permettere ai capitali privati di investire nei settori monopolistici, quali le ferrovie e le telecomunicazioni. La domanda interna dipende dalla fiducia delle imprese e del popolo e dei poteri privati e sociali».

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