[26/03/2009] Comunicati

Crisi: lavoro giù (a rischio 507mila posti) ambiente su: tutto bene?

LIVORNO. Di questi tempi sono in molti quelli che aborrono la complessità. C’è voglia di messaggi semplicistici e di soluzioni pret-a-porter per ogni grande o piccolo problema. Nel dibattito crescita-decrescita oggi possiamo introdurre di nuovo il tema grazie (si fa per dire) alle pessimistiche previsioni di Confindustria che indicano che tra la metà del 2008 e la metà del 2010 in Italia verranno persi 507 mila posti di lavoro, il 2,2% dell´occupazione totale. Il Centro Studi della Confindustria sottolinea che nel 2010 il tasso di disoccupazione salirà al 9%, un valore analogo a quello del 2001 (6,1% il minimo del 2007). Se si considerano anche le persone in cassa integrazione che quindi conservano formalmente il rapporto d´impiego, i lavori persi sarebbero 867 mila con un -2,8%.

La Confindustria rivede inoltre al ribasso le stime del pil 2009. Quest´anno, secondo il Centro Studi di Viale dell´Astronomia, il pil dovrebbe diminuire del 3,5% (-1,3% le stime dell´associazione degli imprenditori di dicembre). Le stime per il 2009, ha spiegato il direttore del Centro Studi della Confindustria, Luca Paolazzi (fonte Ansa), risentono di quanto è accaduto nel primo trimestre, con un calo dell´1,4% sul trimestre precedente e del 4,6% sull´anno. Nel secondo trimestre è previsto un calo dello 0,4% sul trimestre precedente e del 4,3% sull´anno mentre una lieve ripresa è attesa già per la seconda metà dell´anno con un +0,1% congiunturale nel terzo trimestre e un +0,2% nel quarto. Il deficit pubblico aumenterà nel 2009 al 4,6% del Pil dal 2,7% del 2008. Il deficit inizierà a rientrare nel 2010 (4,3% del Pil). Il peggioramento é causato principalmente dall´andamento negativo delle entrate. Il debito pubblico arriverà nel 2009 al 112,5% del Pil (dal 105,8% del 2008) sino a toccare nel 2010 il 114,7%, valore di poco inferiore a quello del 2008.

Il calo dei prezzi dei prodotti energetici porterà nel 2009 risparmi per le bollette delle famiglie di circa 850 euro. Lo prevede il centro studi della Confindustria, secondo il quale nel complesso il risparmio della bolletta energetica in Italia raggiungerà i 35 miliardi di euro. Grazie al calo dei tassi d´interesse le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile risparmieranno in media nel 2009 3.200 euro.

Una situazione drammatica o quasi, quindi, sul fronte della sostenibilità sociale e su quello ambientale? Ebbene c’è chi alza le braccia al cielo o giù di lì, come Reloader (la Piattaforma Tecnologica Italiana per la Reverse Logistics) che oggi batte un comunicato stampa dove dice: «A causa della crisi economica migliorano gli indicatori ambientali nei grandi Comuni italiani». E aggiunge: «L’Italia dei Comuni sta diventando più virtuosa e più rispettosa dell’ambiente? Sembrerebbe proprio di si . Secondo dati ancora non ufficiali che segnano comunque una ripresa (incentivata dall’alto costo del carburante quindi dalla crisi economica) dei trasporti pubblici locali, tutti gli indicatori di salute ambientale dei centri urbani sono in miglioramento, anche su dati Istat relativi al 2007 che già segnavano un aumento delle quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato (+7,6%), della domanda di trasporto pubblico (+4,9%), ma anche una contrazione del consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento (-6,9%) e del consumo d’acqua per uso domestico (-2,4%)».

«Un altro segnale incoraggiante – aggiungono - viene dal fronte del riciclo: sebbene stenti il ritiro dei RAEE professionali, nei primi 13 mesi di operatività del nuovo Sistema di gestione dei RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici) domestici, da gennaio 2008 a gennaio 2009, Ecodom comunica di aver ritirato e riciclato in tutta Italia 35.171 tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici, di cui 22.517 per il raggruppamento R1 (grandi elettrodomestici della categoria “freddo”) e 12.654 per R2 (altri grandi bianchi), consentendo di recuperare 28.723 tonnellate di materie prime seconde e risparmiare 15.000 tonnellate equivalenti di petrolio». Dati che battezza positivi e di cui parlerà approfonditamente durante Ecopolis, la manifestazione che si svolgerà dall’1 al 3 aprile in Fiera a Roma e che rappresenta il primo appuntamento europeo sulla sostenibilità mirata alla gestione ambientale delle città.
Il problema è che le due cose – come si può facilmente capire – non stanno esattamente insieme in modo così lineare. E i lettori di greenreport lo sanno bene. La crisi infatti socialmente è uno tsunami e se non si cambia il modello economico come cerca di fare in qualche modo e con le sue contraddizioni Obama negli Usa non si salva né capra né cavoli. Senza industria riorientata non c’è ricerca neppure per le energie rinnovabili per dirne una. Senza una governace mondiale dell’economia non si riconverte il modello verso uno meno dissipatore di energia e di materia. Se tutto fosse così semplice la crisi sarebbe sinonimo di sostenibilità ambientale e sociale, ma così non è e la massimo potrebbe esserlo e in piccolissima parte solo per una parte degli occidentali…

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