[25/03/2009] Parchi

I sentieri toscani e la battaglia del motocross

LIVORNO. Nei giorni scorsi sulla stampa locale toscana è scoppiata la battaglia del motocross, i crossisti denunciavano addirittura trappole di filo spinato lungo i sentieri, pericolosamente ad altezza d’uomo, per sbalzare i centauri di sella. Dall’Elba continuano ad arrivare le denunce di Legambiente contro le incursioni dei motociclisti (spesso stranieri e spesso organizzati da agenzie di viaggio specializzate) lungo i sentieri proibiti del parco nazionale dell’Arcipelago toscano. Inoltre, sempre più spesso, in contemporanea con i raid motociclistici si riscontra l’abbattimento dei cartelli di divieto di accesso posti dal parco e anche di semplice cartellonistica descrittiva.

Sul Tirreno Alessandro Brogi, del Coordinamento fuoristradisti elbani, scriveva: «Sinceramente siamo stufi di sentire sempre le stesse accuse nei nostri confronti, non siamo criminali, siamo appassionati di uno sport un tempo molto popolare e adesso mal tollerato, questo grazie anche agli sforzi di Legambiente che non perde occasione per pavoneggiarsi o sobillare la gente».

A dire il vero, leggendo le cronache di questi giorni, anche dove Legambiente non c’è, esiste una sempre maggiore insofferenza per le moto che scorrazzano su sentieri e piste forestali che dovrebbero essere riservate a trekkers e cavalieri.

Oggi sul tema interviene il capogruppo dei Verdi in consiglio regionale, Mario Lupi, che chiede che «La regione Toscana salvaguardi i sentieri usati per trekking, ippovie e cicloturismo, dalle “incursioni” delle moto, interpretando e applicando al meglio la normativa esistente e dando direttive specifiche alle Province. La legge regionale in materia - ha spiegato - limita e vieta di circolare con mezzi motorizzati al di fuori delle strade in moltissime zone ed aree boschive e collinari. Abbiamo però riscontrato evidenti segni di passaggi da attività di motocross e trial anche sui sentieri indicati per trekking e su quei cammini, sia storici che di nuova realizzazione come le ippovie, che sono segnalati con cartelli specifici appartenenti a progetti europei di viabilità. Da una parte le Province possono individuare nel proprio territorio percorsi fissi nei quali sia consentita la circolazione fuori strada di veicoli a motore nello svolgimento di attività ricreative e agonistiche, ma dall´altra devono anche farsi carico dei controlli per la salvaguardia dei sentieri dedicati a altre attività».

Torna all'archivio