[25/03/2009] Aria

Carrara, meno inquinamento da polveri: grazie al Comune o grazie alla crisi?

CARRARA. Da anni l’amministrazione comunale si è dimostrata tanto restia a prendere misure concrete contro le polveri quanto pronta a rivendicare il merito di ogni miglioramento della qualità dell’aria. Fedele a questa tradizione, in questi giorni il direttore generale Marco Tonelli si è rallegrato della progressiva riduzione di anno in anno delle polveri, attribuendone il merito a tre fattori: condizioni meteorologiche, interventi dell’amministrazione (controlli, lavaggi delle strade e dei mezzi, asfaltatura dell’imboc¬co delle vie d’arroccamento, canaline stradali) e, infine, riduzione dei transiti dei camion.

Andiamo ripetendo da anni che, lasciando da parte i fattori meteorologici (che hanno un ruolo importante, ma sui quali non è possibile intervenire), per ridurre le polveri abbiamo due strumenti fondamentali: lavare bene i camion e ridurne il numero di transiti: tanto meglio saranno lavati, tanto meno sarà necessario ridurne il numero. Tutte le altre misure sono utili, ma di importanza decisamente secondaria. Perciò l’unico merito che Tonelli può rivendicare è la tenacia del Comune che, pur di fronte ad una documentazione schiacciante sui difetti e l’inefficacia dell’impianto di Torano, continua ostinatamente a non apportarvi alcun miglioramento.

La riduzione delle polveri è dunque attribuibile alla diminuzione dei transiti: basta esaminare la linea di tendenza degli ultimi tre anni per vedere che il numero di transiti dei camion si è ridotto del 27% e, nello stesso periodo, il PM10 si è ridotto del 16% alla Lugnola e del 30% in via Frassina (Fig. 1).

Ricordiamo a Tonelli che approfittare delle disgrazie altrui (la crisi mondiale che sta impoverendo milioni di famiglie) per attribuirsi meriti immeritati ha un nome preciso: sciacal-laggio.
Riconosciamo invece a Tonelli un merito reale nella riduzione delle polveri: chiudendo entrambi gli occhi sugli smaltimenti abusivi che, a migliaia di tonnellate, vengono oggi scaricate sulle scarpate delle vie d’arroc¬camento ha favorito la riduzione proprio dei transiti che producono maggior polverosità. Negli ultimi tre anni, infatti, i transiti dei camion che trasportano blocchi hanno subito una riduzione modesta (del 3,8%: da 2600 a 2500 camion mensili), mentre i transiti delle terre sono diminuiti del 49,4% (da 1780 a 900 al mese) (Fig. 2). Insomma, la debole flessione dei proventi dell’escavazione del marmo è recuperata scaricando i costi sul¬l’am¬biente e sui cittadini: con l’abbandono delle terre al monte, infatti, è facile prevedere una recrudescenza degli episodi di intorbidamento delle sorgenti.

Fig. 1. Andamento mensile del numero di camion (linea nera) e della concentrazione media del PM10 alla Lugnola (blu) e in via Frassina (rosso). Le rette tratteggiate indicano le rispettive tendenze nel tempo, consentendo di cogliere meglio l’andamento medio generale. Nel riquadro giallo il valore iniziale (gennaio 2006) e finale (febbraio 2009) delle linee di tendenza.

Fig. 2. Andamento mensile nel triennio 2006-2008del numero di camion che trasportano blocchi (linea blu) e di quelli che trasportano terre (in rosso); in tratteggio le rispettive tendenze. È evidente il dimez-zamento dei transiti di terre, mentre i blocchi hanno subito solo una leggera flessione. Come abbiamo già documentato, le terre vengono smaltite abusivamente scaricandole sulle scarpate delle vie d’arroccamento.


* presidente circolo Legambiente Carrara

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