[24/03/2009] Energia

La rabbia di Putin contro l’accordo Ue-Ucraina sul gas

LIVORNO. L’accordo firmato ieri a Bruxelles da Unione europea ed Ucraina sul mercato del gas e la modernizzazione della rete di rifornimento dell’Ucraina all’Ue ha fatto imbestialire i russi. Ad alzare toni e posta è stato addirittura Vladimir Putin che ha convocato una conferenza stampa a Soci per dire ai giornalisti: «Credo che questo documento sia irriflessivo e che manchi di professionalità, per non dire di più. Noi non vogliamo che sia così. Vogliamo essere compresi e siamo pronti ad avviare un lavoro costruttivo congiunto con tutti i nostri partner. Non è serio pensare all’aumento del traffico di gas attraverso l’Ucraina in assenza del più importante fornitore di gas, che è la Russia».

Il primo ministro russo ha detto di rallegrarsi per il fatto che l´Ue dia una maggiore attenzione al problema del transito del gas in Ucraina e che cerchi di assoggettare gli operatori della rete gasiera ucraina alle regole internazionali, ma ha vissuto come un vero e proprio affronto un accordo Ue-Ucraina che non tiene di conto della posizione di Mosca che prevede la forma di un accordo tripartito sulla modernizzazione della rete gasiera che attraversa l’Italia. Alla fine ha minacciato una possibile revisione dei rapporti energetici tra Russia ed Europa.

L’accordo Ue-Ucraina fissa anche gli impegni che Kiev dovrà rispettare per ottenere assistenza finanziaria dall’Europa, ma il ministro russo dell’energia, Serguei Chmatko, ha detto che «la Russia è stata praticamente esclusa dalle discussioni su questa questione». Secondo il portavoce del ministero degli esteri russo. Andrei Nesterenko, la dichiarazione Ucraina-Ue approvata dalla conferenza di Bruxelles «può provocare l´aumento del prezzo del gas per l’Europa. Alcune disposizioni della dichiarazione congiunta, che prevedono in particolare l’aumento delle tariffe di trasporto del gas naturale, sono contrarie agli accordi a lungo termine, possono far aumentare il i prezzi del gas per i consumatori ucraini ed europei. Nel gennaio 2009, la Russia e l’Ucraina si sono accordate sui prezzi del gas per l’Ucraina e sulle tariffe di transito. Questi documenti sono chiamati a garantire l´approvvigionamento di gas russo dell´Europa e dell’Ucraina».

Come dire: uomo avvisato mezzo salvato, e l’avvertimento è stato subito recepito dall’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, che oggi è a Mosca per una delle tante visite d’affari all’amico russo e per un incontro con il vice-premier Igor Setchin . Scaroni ha detto, subito prontamente rilanciato dalle agenzie russe, che «La dichiarazione sulla modernizzazione dei gasdotti ucraini firmata lunedì dall’Ucraina e dall’Ue a Bruxelles è una perdita di tempo e di denaro perché non rispetta gli interessi dei fornitori e dei consumatori di gas. Discutere dell’aumento delle forniture di gas in assenza di coloro che forniscono il gas e che lo acquistano, significa perdere tempo».

Rileggete quello che dicono i russi sopra e vi sembrerà di essere ad uno spettacolo di un ventriloquo. Scaroni ha aggiunto che «L´Unione europea è stata chiamata a più riprese a diversificare gli itinerari del trasporto di gas russo e ne ha approvati due, South Stream e Nord Stream. Non capisco perché l’Ue sostiene l’ampliamento della rete gasiera ucraina, approvando anche i progetti South e Nord Stream». Scaroni ha chiesto di rivedere l’accordo appena sottoscritto e di tornare al progetto per la creazione di un Consorzio internazionale per gestire il sistema di transito del gas russo dall’Ucraina verso l’Europa: «Stimiamo che altre grosse società quali E.ON e Gaz de France credano ugualmente che occorra ritornare alla vecchia idea del Consorzio che garantisca la stabilità delle forniture di gas».

La sfuriata russa preoccupa l’Ue e il portavoce della Commissione europea Ahrenkilde Hansen si è precipitato a dire che «E’ evidente che la Russia resta un partner energetico e un fornitore di gas di primo piano, come l’Ucraina è un Paese di transito di primo piano».

A rassicurare i russi ci ha provato anche Bogdan Sokolovski , il consigliere della presidenza ucraina per la sicurezza energetica internazionale ha detto all’agenzia Unian: «L´Ucraina vorrebbe vedere delle società russe figurare tra i partecipanti al processo di modernizzazione della rete gasiera ucraina. Evidentemente, la partecipazione della Russia, dei suoi specialisti e delle sue imprese è la benvenuta (...). Sono più che sicuro che la Russia verrà invitata a prendere parte al progetto. La partecipazione russa sarà possibile conformemente alle condizioni concertate tra Ucraina e Ue. La concessione e il rimborso dei prestiti dovranno essere effettuati secondo procedure trasparenti e chiare. Il sistema di trasporto del gas ucraino è un meccanismo di cooperazione tra Ucraina, Russia e Ue. Perciò, l’affidabilità del sistema corrisponde agli interessi comuni della Russia, dell’Ucraina e dei consumatori europei».

Temiamo che sia un po’ poco per far sbollire la rabbia di Putin e per parare le manovre delle multinazionali energetiche che vedono scompaginata con l’accordo di Bruxelles tutta la rete di lucrosi accordi e progetti che hanno intessuto con Mosca.

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