[24/03/2009] Urbanistica

Piano casa, dure critiche anche di Italia Nostra (nonostante Ripa di Meana) ed Ecodem

LIVORNO. Carlo Ripa di Meana, presidente della sezione romana di Italia Nostra, qualche giorno fa sul Piano casa del Governo aveva detto che Legambiente gridava al lupo prima di averlo visto, ma oggi l’associazione a livello nazionale lo contraddice dichiarando che: «Il Piano Casa, annunciato dal governo è un gravissimo attacco alla qualità del territorio, all’identità, alla storia e alla cultura del nostro paese ed una risposta sbagliata alla crisi economica».

Ridimensionato il piano delle grandi opere per i tempi lungi e per l’insufficienza dei fondi – prosegue Italia Nostra - , ridimensionato anche il “piano casa delle nuove cento città” di cui all’art.11 della legge n.133 del 6 agosto 2008 sempre per i tempi lungi e per l’opposizione delle regioni, si è arrivati al “Piano casa fai da te”.

Nell’attuale situazione di gravissima crisi economica e di fermo del mercato immobiliare, è infatti molto probabile (si legge sempre nella nota) che gli ampliamenti che il governo vorrebbe consentire saranno fatti più dai singoli proprietari ricorrendo alla numerosa e sommersa manodopera straniera, piuttosto che dalle imprese del settore, e riguarderanno più le villette e le case rurali che i condomini. Una devastazione edilizia, spiega Italia Nostra, improntata a un mero aumento di cubatura del tutto indifferente alla qualità del prodotto, agli effetti sull’ambiente urbano, alla sua utilità pubblica e al disegno organico e razionale degli insediamenti.

L’allarme di Italia Nostra è motivato dal fatto che la devastazione non si ferma davanti ai centri storici (dove è regola consolidata il divieto di sopraelevazione) e neppure davanti agli edifici monumentali, se la soprintendenza non avrà dimostrato “concretamente e motivatamente” le ragioni di incompatibilità dell’intervento. Ed elevato è il rischio che le soprintendenze non siano capaci, per obiettive carenze di mezzi, di rispettare il brevissimo termine dato per la prevista verifica dell’interesse culturale e allora il silenzio varrà assenso. Disposizione questa palesemente incostituzionale perché l’interesse della “tutela” (che ha la più alta copertura nell’art. 9 Cost.) ne risulta subordinato – e cedente – di fronte alla prevalente esigenza di sollecita attuazione dell’intervento cui è affidato il compito impellente del rilancio dell’economia.

Italia Nostra ha già segnalato, e conferma, una pregiudiziale ragione di illegittimità costituzionale perché l’attività edilizia attiene al “governo del territorio”, dalla Costituzione affidato alla legislazione concorrente di Stato e Regioni e la potestà dello Stato è limitata alla determinazione dei principi fondamentali della “materia”. E principi fondamentali non possono essere dettati, funzionalmente, per decreto legge, mentre non sono certo di principio le minute disposizioni del “piano”.

Oggi stesso Italia Nostra ha comunicato alla Conferenza unificata Stato – Regioni, convocata per la giornata di domani, il motivato fermo dissenso sulla bozza di decreto, sottolineandone ancora i profili di illegittimità costituzionale.

E sul piano casa intervengono anche gli Ecodem, con Francesco Ferrante, Direttore generale del Gruppo Pd del Senato e membro dell’esecutivo nazionale degli Ecodem: «Il piano casa così come descritto dal decreto legge che il governo sottoporrà domani alle Regioni, e che sembra intenzionato ad approvare venerdì, non solo presenta forti aspetti di incostituzionalità, come hanno rilevato numerosi governatori regionali, ma è anche inutile ai fini del rilancio dell´economia e dannosissimo per lo scempio che causerà nel territorio»

«Incostituzionale – continua Francesco Ferrante – perché il comma 2 dell´articolo 1 di tale decreto ne prevede l´immediata entrata in vigore ‘sino alla emanazione di leggi regionali in materia di governo del territorio”: si entra quindi in un campo di esclusiva competenza regionale senza peraltro considerare le ripercussioni per quelle Regioni dove si è già legiferato, spesso con criterio, in materia. Per questo apprezziamo le nette prese di posizioni che sono venute dai numerosi governatori di centrosinistra, e vorremmo che anche quelli di centrodestra fossero più coerenti con le loro dichiarazioni sul federalismo nel frenare le voglie centraliste del governo Berlusconi».

«Ma oltre al profilo di incostituzionalità – prosegue l’esponente Ecodem – ciò che ci preoccupa è il merito del provvedimento che non da alcuna risposta alla continua richiesta di abitazioni che aumenterà fin dai prossimi giorni a causa della crisi economica e dell´emergenza sfratti. Il governo abbia almeno il coraggio di non chiamarlo ‘piano casa’ perché non affronta concretamente il problema ma elimina di fatto la licenza edilizia, concedendo la possibilità di aumentare del 20 per cento le cubature: si tratta in pratica di un condono preventivo di un anno (quanto dura il decreto) che fa rabbrividire. Senza dimenticare il riferimento al risparmio energetico che permetterebbe l´aumento di cubatura, in caso di ricostruzione, sino al 35 per cento: così come è previsto non significa niente rischierebbe di causare vere e proprie truffe. Il governo si fermi e pensi piuttosto a misure serie sul fronte degli affitti da una parte e della riqualificazione energetica degli edifici dall’altra, l’unico strumento efficace e sostenibile per rilanciare davvero un settore economico importante, come l’edilizia, senza devastare il Bel Paese».

Torna all'archivio