[17/05/2006] Comunicati

Dall´Antartide a Fiesole parlando di uomo e ambiente

FIRENZE. Il workshop sul diritto allo sviluppo sostenibile svoltosi a Fiesole (Badia Fiesolana) e organizzato dall’Università europea, dopo gli aspetti più prettamente tecnico-politici affrontati nella sua prima parte, ha dato spazio ad esperienze pratiche in cui il concetto di sviluppo sostenibile viene, o dovrebbe essere, applicato. La questione dell’Antartide è stata affrontata da Francesco Francioni e Patrizia Vigni, entrambi docenti dell’Università di Siena, che hanno partecipato in rappresentanza dell’Italia alle negoziazioni diplomatiche sul «continente bianco».

Francioni ha ricordato il carattere assolutamente unico del regime di protezione dell’Antartide, poiché il principio di precauzione si applica in modo assoluto, esistendo una moratoria di 50 anni sulla prospezione per attività minerarie. I due studiosi hanno accennato ai rischi che corre il continente ghiacciato, dato l’evoluzione attuale del mercato del petrolio, della pesca abusiva, della ricerca biologica. Quest’ultima consente attualmente ai paesi di realizzare studi sulla ricchezza biologica del continente antartico. Il «bio-prospecting» non produce di per sé un impatto negativo sull’ambiente, ma potrebbe violare lo spirito del regime protettivo dell’Antartide, se poi da piede alla commercializzazione delle specie individuate dalla ricerca.

L’esperienza pratica del concetto di sostenibilità dal punto di vista di un’associazione ambientalista è stata portata da Massimo Migani, responsabile delle relazioni con le pubbliche amministrazioni di Legambiente Toscana. «Il concetto di sviluppo sostenibile, concetto comprensibile, comunicabile e con forte contenuto ecologico ed etico, è molto utile politicamente ma dirompente per la sua applicazione – ha dichiarato Migani – oggi siamo in presenza di una forte discrasia fra sviluppo e crescita economica, con enormi responsabilità del nord del mondo rispetto alla situazione assolutamente insostenibile che si è creata. Non dovremmo mai dimenticare che il 20% della popolazione mondiale sfrutta l´80% delle risorse naturali, e che per avviare uno sviluppo sostenibile reale, le popolazioni occidentali dovranno per forza ridurre drasticamente i loro livelli di consumo, e comunque per quanto possibile mantenerli entro un limite fisiologico di sostenibilità per l’ambiente, nel rispetto di esso e dei suoi abitanti nell’accezione più ampia del concetto».

nella foto: uno scorcio del continente antartico

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