[23/03/2009] Energia

Riapre il mercato primaverile del nucleare russo...

LIVORNO. Il global market nucleare russo non conosce confini e problemi: secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Unb, Gennady P. Trotsenko, l’ambasciatore russo in Bangladesh, ha trasmesso al ministro per la scienza e le telecomunicazioni di Dacca, Yeafesh Osman, una proposta formale per la realizzazione di una centrale nucleare «Al fine di soddisfare la domanda crescente del Paese in materia di energia».

Ai russi interessa poco che il Bangladesh sia uno dei Paesi più poveri, instabili, densamente popolati e colpiti da catastrofi naturali del pianeta, che sia un Paese islamico dove non mancano gli integralisti ed i terroristi filo-Al Qaeda né la guerriglia di etnie non islamiche o indipendentiste o che il Paese sia appena uscito da un golpe militare, quello che in altri Paesi sembrano impedimenti insormontabili per questo angolo di sub-continente indiano sembrano cose senza importanza.

L’ambasciatore di Mosca ha detto in una conferenza stampa a Dacca che «la Russia compie degli sforzi per assistere il Bangladesh nella costruzione di una centrale nucleare per soddisfare i bisogni energetici di questo Paese dell’Asia del sud. L’equipe di esperti russi arriverà molto presto a Dacca per discuterne con le autorità interessate».

La Russia si è fatta avanti per realizzare una centrale nucleare da 1.000 megawatt. Secondo fonti del governo di Dacca il Bangladesh ha una carenza di circa 3.500 MW di elettricità di fronte ad una domanda di 5.000 MW.

Ma lo Stato-mercato energetico russo non pensa solo al nucleare dei poveri: il 21 marzo il vicepremier russo e presidente del monopolista nucleare di Stato Rosatom, Sergei Sobianin, ha detto: «Vogliamo portare a termine la preparazione di un accordo intergovernativo in previsione della visita del primo ministro russo in Giappone nel maggio prossimo» e l’amministratore delegato di Rosatom, Serguei Kirienko ha sottolineato che i progetti nucleari russi per l’Asia-Pacifico sono pronti a rendere il via: «Attendiamo un accordo intergovernativo come garanzia di non proliferazione».

La Russia è lo stesso Paese che ha costruito la centrale nucleare iraniana che gli occidentali accusanoo di essere il cavallo di Troia della proliferazione nucleare…

Comunque, Rosatom e la Toshiba hanno più volte evocato la possibilità di una joint venture per l’arricchimento dell’uranio in Russia ed in altri Paesi.

Uranio che probabilmente verrà anche dalla Mongolia, visto che Rosatom ha firmato nei giorni scorsi un accordo con la Direzione per l’energia nucleare del governo di Ulan Bator che prevede de «rinserrare i legami tra i due Paesi per l’utilizzo pacifico dell’energia atomica».

Un accordo che ha avuto l’imprimatur di Vladimir Putin e del primo ministro mongolo Sanjaagiin Bayar.

Secondo Kirienko, «questo documento dovrà permettere di creare una joint venture per la produzione di minerale di uranio sia in Mongolia che in Russia. Questa joint venture potrebbe avviare la produzione di uranio anche sul territorio di Paesi terzi».

La realtà è che le steppe mongole si annunciano come uno degli ultimi Eldorado per le sempre più scarse risorse di uranio e che Mosca torna così in forza ad occupare uno spazio determinante in quella che qualcuno definiva la sedicesima repubblica dell’Unione Sovietica.

Ma l’espansionismo nucleare di Rosatom non si ferma all’Asia: il 18 marzo ha firmato un protocollo d’intesa con l’Agenzia per la regolamentazione nucleare della Nigeria, altro Paese a forte rischio e con guerriglie etniche e frequenti scontri tra islamici e cristiani

La firma è avvenuta durante la terza riunione della commissione mista russo-nigeriana er la cooperazione economica, scientifica e tecnica.

Secondo un comunicato di Rosatom «Questo accordo prevede la possibilità di una cooperazione al fine di mettere in opera l’infrastruttura per l’energia nucleare in Nigeria, nella ricerca fondamentale ed applicata, la realizzazione e lo sfruttamento di reattori nucleari energetici e di ricerca, la produzione e l’applicazione di radio-isotopi, la prospezione congiunta e la valorizzazione di giacimenti di uranio, così come nella formazione di personale».

In attesa di mettere in campo la cooperazione nucleare russo-nigeriana, Rosatom e l’Agenzia per la regolamentazione nucleare di Abuja prepareranno un progetto di accordo tra i governi dei due Paesi per l’utilizzo dell’energia atomica… naturalmente pacifico.

Il mercato primaverile del nucleare russo sarà anche pacifico, ma a nessuno può sfuggire che si sta pensando di costruire centrali nucleari in Paesi ad altro rischio, praticamente sulle bocche di vulcani che negli ultimi anni hanno più volte eruttato guerriglie, rivolte e colpi di Stato e dove i disastri naturali sono all’ordine del giorno.

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