[20/03/2009] Urbanistica

Autostrada tirrenica: la proroga della concessione alla Sat viola le norme europee?

LIVORNO. Sull’autostrada tirrenica il Governo italiano ha violato le norme comunitarie sugli appalti: lo sostengono gli ambientalisti nel loro reclamo presentato recentemente a Bruxelles. Secondo gli ambientalisti il CIPE, approvando il progetto preliminare dell’Autostrada Tirrenica, Cecina (Rosignano Marittima) Civitavecchia, ha avallato anche la prima versione di un Piano economico e finanziario presentato dalla concessionaria SAT SpA che, prevede, tra l’altro, una proroga di fatto della durata della concessione al 2046 (18 anni) di tutta l’infrastruttura da Livorno a Civitavecchia (che attualmente scade al 2028). In questa maniera il Governo, secondo gli ambientalisti, ha eluso le norme comunitarie sugli appalti (Direttiva 2004/18/CE) che obbligano a mettere a gara l’intera gestione delle concessione (inclusi gli investimenti delle Convenzioni in atto), come confermato per l’Italia dalla Direttiva interministeriale 283/1998 (Costa/Ciampi).

I contenuti del reclamo presentato alla DG Mercato Interno della Commissione Europea sono stati illustrati oggi a Grosseto da: Monica Frassoni, eurodeputata e presidente (insieme a Daniel Cohn-Bendit) del Gruppo dei Verdi/Alleanza Libera Europea; Alberto Asor Rosa, coordinatore della Rete dei Comitati per la difesa del territorio; Vittorio Emiliani, presidente Comitato per la Bellezza, Stefano Lenzi, responsabile settore legislativo WWF Italia; Valentino Podestà, Terra di Maremma; Gianfrancesco Regard Comitato per la difesa del Priorato; Edoardo Zanchini, segreteria nazionale Legambiente.

«Effettivamente con questo progetto preliminare che prevede la deroga della concessione – ha spiegato Monica Frassoni - è stata infranta la legge comunitaria che dice che una volta che le concessioni scadono si deve andare a gara, non si può fare la proroga. Quindi ci sarà la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, che ancora una volta confermerà il suo atteggiamento: prima non rispetta le norme europee e poi fa pressione perché si chiuda un occhio, esattamente come è già avvenuto per l’Autocisa e per la Brescia-Padova, ma questa volta il commissario europeo è intenzionato a tenere dritta la barra del timone, anche perché a lui compete di valutare solo se la procedura è corretta, non il merito dell’opera».

SAT, sottolineano gli ambientalisti, ha avuto sempre un trattamento di favore con trasferimento di oneri palesi o celati a carico della parte pubblica. In passato, ricordano gli ambientalisti, venne firmata nel 1999 dall’allora Ministero dei Lavori Pubblici una convenzione con SAT che prevedeva una proroga, considerata “definitiva”, di ben 32 anni della concessione e venne fatto dall’ANAS con la concessionaria anche un accordo transattivo con il quale, in virtù della sospensione della realizzazione della Cecina-Civitavecchia, sono stati versati a SAT SpA 172,15 miliardi di vecchie lire. Oggi, oltre alla ulteriore proroga di fatto della concessione, secondo quanto si legge nella Relazione istruttoria redatta dalla Struttura tecnica di Missione del Ministero delle infrastrutture in preparazione della riunione CIPE del 18 dicembre scorso, sarebbero previsti anche incrementi annuali, automatici dei pedaggi del 5,82% dal 2011 al 2017 (e dello 0,50% dal 2018 al 2046), quali contropartite della disponibilità della concessionaria ad autofinanziare l’opera.

Gli ambientalisti hanno segnalato queste distorsioni alla Commissione Europea che, se trasposte nel Piano economico-finanziario che SAT allegherà al progetto definitivo, confermeranno la violazioni comunitarie sulla proroga della concessione segnalate a Bruxelles, creando un grave precedente che potrebbe indurre altre concessionarie a richiedere ad ANAS analoghe deroghe, contro i principi del libero mercato europeo.

Gli ambientalisti ribadiscono inoltre che sono pronti a impugnare, appena verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, la delibera CIPE di fronte al TAR del Lazio: il 18 dicembre 2008, è stato approvato dal CIPE un progetto che per 2/3 del suo tracciato (da Grosseto Sud a Civitavecchia) deve essere profondamente modificato dato l’elevato impatto sul paesaggio e l’ingiustificato consumo del suolo (secondo quanto richiesto nel suo parere del 13 luglio 2007 dall’allora Ministro dei beni e delle attività culturali Rutelli), che rischia di danneggiare anche la fiorente economia agricola e agrituristica della zona.

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