[18/03/2009] Parchi

I bracconieri sparano anche alle cicogne nel nido

LIVORNO. La femmina di Cicogna bianca che era impegnata insieme al suo compagno nella nidificazione nei pressi di Correggio, a pochi chilometri da Reggio Emilia, è stata uccisa con un colpo di fucile nel suo nido posto su un traliccio dell’alta tensione.

A denunciare l’ennesima insensata berbarie è la Lipu-BirdLife Italia, che con le Guardie ecologiche e la polizia provinciale di Reggio Emilia è riuscita a recuperare lunedì scorso il corpo dell’animale, vegliato fino a quel momento dal maschio.

Un comunicato degli ambientalisti spiega che «Portata al Centro recupero fauna selvatica Lipu “Croce Alata” di Reggio Emilia, la Cicogna è stata sottoposta a necroscopia, che ha confermato come la morte sia stata causata da un pallino che l´ha perforata all´altezza dell´occhio, quasi certamente sparato da terra mentre l’animale era al nido, posizionato a 18 metri di altezza su un traliccio, dal quale sporgeva la testa. Il pallino ha causato un’emorragia cerebrale e la morte della cicogna. All’interno del corpo dell’animale, fino all’uccisione sano e in ottima salute, sono stati ritrovati cinque uova che da lì a poco l’animale avrebbe deposto.

In Europa sono presenti tra le 180mila e le 220mila coppie nidificanti. Il paese a maggiore presenza è la Polonia (45mila coppie), seguita da Turchia e Spagna. Fino ad alcuni secoli fa la specie era presente in numerose regioni italiane, dalle quali è poi progressivamente scomparsa a causa della caccia e della distruzione dell’habitat. La cicogna, oltre al bracconaggio, è minacciata anche dall’urbanizzazione e dalla presenza di elettrodotti che causano l’elettrocuzione (morte per folgorazione).

Dalla metà degli anni Ottanta, dopo un periodo di declino, la specie si è ripresa ed è tornata a nidificare in alcune zone del Piemonte e della Lombardia, e successivamente in alcune regioni del Sud Italia (soprattutto Sicilia) ed in Toscana, anche grazie ai progetti di reintroduzione e tutela portati avanti dalla Lipu e dal Wwf. Nella provincia di Reggio Emilia nidificano poche del centinaio di coppie presenti in Italia e nella zona dove era stato costruito fin dal 2006 il nido è vietata la caccia.

L’atto di bracconaggio sa anche di sfida alle Guardie ambientali che monitoravano costantemente il sito riproduttivo fin dal 2006 per proteggere una specie classificata da BirdLife International come “SPEC 2”, ossia specie la cui popolazione è concentrata in Europa e con status di conservazione sfavorevole, la cicogna è anche specie protetta dalle normative.

«Condannando questo fatto di bracconaggio gravissimo e ignobile – ha detto Elena D’Andrea, direttore della Lipu– non possiamo che confermare i nostri timori più volte espressi in questi giorni di discussione dei disegni di legge sulla caccia: allentare i vincoli venatori e diminuire i controlli significa dare un segnale pessimo, in controtendenza sulla necessità di combattere le illegalità ambientali e riconciliarci con la natura e il territorio. Si ritirino quei disegni di legge e si apra un ragionamento su come migliorare davvero la nostra legislazione a tutela della fauna selvatica”.

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