[18/03/2009] Energia

Gasdotto Galsi e speranze di metanizzazione per l’isola d’ Elba

PORTOFERRAIO (Livorno). La neonata Unione dei comuni dell’Arcipelago toscano annunca di aver indetto per il 24 marzo, in accordo con il settore miniere ed energia della regione Toscana un incontro con gli 8 comuni elbani (3 dei quali, attualmente amministrati del centro-destra, non aderiscono all’Unione,) che dovrebbe costituire il «primo passo per la realizzazione di uno studio di fattibilità per la metanizzazione dell’isola d’Elba».

All’incontro sarà presente anche la Società consortile energia toscana (Cet), che si è aggiudicata la gara regionale per l’indagine per realizzare sul territorio insulare.

«Tale appuntamento – si legge nel comunicato dell’Unione dei comuni presieduta da Danilo Alessi - è il concreto risultato delle iniziative intraprese un paio d’ anni fa dalla ex Comunità Montana in concomitanza con l’ avvio del progetto del gasdotto algerino Galsi, che com’è noto porterà il metano fino a Piombino passando dalla Sardegna. Dai contatti accesi con il ministero dello sviluppo economico si è ottenuta la disponibiltà di SnamReteGas a realizzare un collegamento da Piombino fino all’ Elba per assicurare all’isola la fornitura di gas metano. L’ incontro tecnico-istituzionale in programma costituisce quindi il primo importante passo per la realizzazione di una infrastruttura rilevante per lo sviluppo sostenibile dell’ isola Elba».

A dire il vero il progetto Galsi e la possibile metanizzazione dell’Elba (dove fino ad ora esistono reti Gpl in qualche comune) furono tirati fuori nel febbraio 2007 da Legambiente che chiese agli 8 sindaci elbani di dire un no netto all’ipotesi di riconversione a carbone della centrale di Tor del Sale di Piombino e come alternativa al nuovo elettrodotto Enel che avrebbe disseminato l’isola di oltre 100 grandi tralicci.

«In tutta questa discussione sull´energia – diceva allora il Cigno verde isolano - rischia di rimanere in ombra un elemento che da solo potrebbe cambiare le carte in tavola: la costruzione di un secondo gasdotto tra l´Algeria e l´Italia, che dovrebbe essere realizzato per il 2008. Il metanodotto approderà a Piombino sfiorando l´Elba o addirittura attraversandola, a realizzarlo sarà Galsi, controllata per il 13,5% da Enel, cioè da chi gestisce Tor del Sale e vuole costruire il nuovo elettrodotto all´Elba, e dovrebbe trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas all´anno, di cui una quota sarà destinata alla metanizzazione della Sardegna, mentre la parte restante sarà immessa nella rete nazionale di trasporto del gas».

Tempi e modi previsti non si sono esattamente realizzati, ma la decisione va sicuramente nel senso auspicato dagli ambientalisti più di 2 anni fa che diceva: «crediamo che il metano che rischia di passarci sotto il naso potrebbe essere utilizzato all´Elba anche per affrontare quei picchi di consumo estivo che renderebbero necessario l´elettrodotto elbano, magari riattrezzando una piccola centrale a gas all´Elba e sfruttando il tutto anche per la cogenerazione e la produzione di caldo/freddo. Insomma il metano potrebbe essere quel qualcosa in più che ci potrebbe permettere di ragionare subito, presto e bene di energia senza avere sulla testa la spada di Damocle di un black out estivo».

Il metano, visto anche l’interessamento dell’Unione dei comuni, potrebbe rappresentare una grande novità per l’Elba ed anche un’alternativa meno inquinante e costosa per il trasporto pubblico e privato sull’isola, dove manca un distributore di questo gas.
Nel settembre 2008 Galsi e Snam Rete Gas hanno firmato l’accordo definitivo per la realizzazione della sezione italiana del nuovo gasdotto dall’Algeria all’Italia, via Sardegna.

Il gasdotto sarà lungo circa 900 chilometri, di cui 600 offshore, con profondità massime di circa 2800 metri fra Algeria e Sardegna, con una capacità di trasporto iniziale di 8 miliardi di metri cubi all’anno. La sezione internazionale via mare, dalla costa algerina fino al sud della Sardegna, arriva vicino Cagliari, il troncone italiano comprende l’attraversamento della Sardegna fino ad Olbia e da qui, nuovamente sotto il mare, fino a Piombino, dove si collegherà alla rete nazionale di trasporto.

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