[17/03/2009] Trasporti

Trasporto ferroviario: per il Mugello doppia penalizzazione

FIRENZE. A volte basta poco. Qualche treno tagliato nelle linee ferroviarie nazionali, una ripercussione sulle reti minori, una o più zone ritenute marginali meno servite e la politica della sostenibilità alla rovescia si afferma nel nostro Paese: un bel carico di mobilità passa dal ferro alla gomma, al trasporto collettivo nella migliore delle ipotesi, ma più frequentemente all’utilizzo dell’auto privata.

Questo è quanto successo nelle aree della Montagna fiorentina, del Mugello e della Valdisieve dove i pendolari sono stati fortemente penalizzati «I disagi sono iniziati a dicembre, a seguito delle modifiche che sono state apportate all’orario della linea ferroviaria Valdisieve–Mugello in concomitanza con l’avvio di nuovi servizi nazionali- sottolinea l’assessore provinciale alla mobilità e trasporti Maria Cristina Giglioli incalzata dalle domande dei consiglieri Giunti e Sottani (Pd)- Al fine di permettere sia il corretto svolgimento del trasporto ferroviario che regionale, di concerto con la Regione Toscana, sono state sostituite alcune navette con altrettanti autobus, nella tratta Borgo San Lorenzo–Pontassieve, a sostegno degli spostamenti pendolari». La provincia di Firenze, con la Regione sta iniziando a monitorare il servizio per verificare l’efficacia ed eventuali punti di criticità. «Occorre un periodo di osservazione maggiore – ha continuato l’assessore Giglioli – per poter valutare quelli che sono gli effetti di questo nuovo servizio perché è normale che quando si vanno a introdurre cambiamenti nelle abitudini occorre un po’ di tempo perché ci si possa adeguare, vedere se le coincidenze sono corrette e se il servizio è regolare o ha elementi di criticità».

Ma a Giunti (ed anche a greenreport ndr) preme evidenziare un altro aspetto: «Sono molte le problematicità che la zona della Valdisieve ha dovuto affrontare in merito al nuovo Memorario. Gli stessi Sindaci sono allarmati perché pare ci sia un 40% in meno di pendolari che utilizzano questi autobus e che prima utilizzavano il treno. Molti, prima di prendere l’autobus preferiscono utilizzare l’automobile per andare a Pontassieve aggravando così il traffico sulla strada statale e creando problemi al comune di Pontassieve. Riterrei opportuno prendere contatto con il presidente della Comunità montana e valutare se è il caso di fare un incontro ascoltando un po’ quello che i Sindaci hanno da dire, perché questa loro preoccupazione non deve essere sottovalutata» conclude il consigliere Pd. Se su una tratta servita prima attraverso il trasporto su ferro, si verifica uno spostamento di una fetta consistente di cittadini pendolari verso il mezzo privato su gomma, dopo un taglio di treni, è la stessa Regione che insieme alle amministrazioni locali deve dare risposta direttamente o si deve far carico di portare in altre sedi (rapporto con Trenitalia) le istanze del territorio, cercando sia di garantire il ripristino della situazione di partenza in termini di servizio e diritto alla mobilità, sia in termini di sostenibilità complessiva del trasporto. In quel territorio tra l’altro si rischia il paradosso: ha subito gli impatti della costruzione delle linea dell’Alta velocità ferroviaria (pianificata e gestita con qualche “leggerezza”) e contemporaneamente sta pagando lo smantellamento nei fatti di quelle linee minori di mobilità su ferro che garantiscono la sostenibilità del trasporto e la qualità della vita in quei territori.

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