[16/03/2009] Energia

Vento verde per l’Europa ad Ewec 2009

LIVORNO. Il commissario Ue all’energia, Andris Piebalgs., ha aperto oggi a Marsiglia “Wind – green energy for Europe” la European Wind Energy Conference - Ewec 2009, organizzata da Ewea sottolineando che «Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici è stato molto chiaro: "Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile ..." Gli esseri umani sono la "probabile" causa, e la gamma delle previsioni indica che faremmo meglio ad agire ora per evitare gli effetti pericolosi diventino troppo acuti»

Piebalgs ha ricordato il pacchetto clima-energia dell’Ue che prevede di stabilizzare in 209 anni le emissioni europee ed ha sottolineato: «Nel suo rapporto per il Tesoro britannico, Nicholas Stern ci ha detto molto chiaramente che i costi dell´inazione sarebbero notevolmente superiori ai costi dell’intervento. I costi dell´inazione potrebbe raggiungere al livello più elevato, tra il 5% e il 20% del Pil perso ogni anno. Questi numeri sono eccezionalmente alti, e sono di gran lunga superiore al Pil perso se l’economia rallentasse. In confronto, il costo del pacchetto clima-energia nel 2020 è lo 0,45% del Pil e, fino ad allora, il Pil è previsto in aumento del 38% rispetto al livello odierno. Anche se il Pil non crescesse molto più, come oggi sembra possibile, stiamo parlando di una piccola differenza dovuta per fare la cosa giusta. Questo è un piccolo prezzo da pagare per evitare i potenziali effetti catastrofici dei cambiamenti climatici irreversibili. Credo che ci sia un altro insegnamento che può essere confermato dalla recente esperienza nei mercati finanziari: agire tardi costa di più che agire presto. Il messaggio chiave del rapporto di Stern è che c´è ancora tempo per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, se intraprendiamo subito una forte azione».

Il commissario europeo ha poi parlato della svolta di Obama e dell’impegno per arrivare a Copenhagen con una proposta unitaria dell’Ue, ma si è detto preoccupato della fragilità dimostrata dall’Europa con la crisi del gas russo-ucraina che ha messo a nudo tutta l’insicurezza energetica dell’Ue. «L´energia eolica può dare un contributo significativo al miglioramento della sicurezza degli approvvigionamenti energetici in Europa, e le statistiche lo dimostrano sempre più: nel 2008 è stata installata più potenza eolica di qualsiasi altra tecnologia di generazione di energia. La capacità eolica è aumentata di circa il 15% nell´Unione europea, e ancor più, quasi il doppio, 28,8%, a livello mondiale. Alla luce di tali fatti, coloro che ancora pensano che l´energia eolica non potrà mai essere più di una "marginale" fonte di energia sono, essi stessi, di essere rapidamente emarginati. L´energia eolica sta diventando “mainstream” e lo sarà ancora di più negli anni a venire».

Il 5 marzo la Spagna ha stracciato il suo record di produzione di energia eolica arrivando a circa 11.200 MW, pari al 29,5% della domanda del Paese in quel momento. Segno di una tecnologia matura che ha richiesto investimenti nella rete di distribuzione, ma che ha portato RED Electrica a prevedere che entro l’estate un quarto del fabbisogno proverrà da energie rinnovabili. Nonostante i successi dell’eolico per Piebalgs c’è ancora la necessità di rendere il quadro normativo europeo e nazionale più equo ed adeguato alle necessità, anche con la nuova direttiva che «in primo luogo fornirà la certezza sulla direzione e la velocità con la quale ci si sposta in avanti in materia di energia rinnovabile. Tutti gli Stati membri hanno ora obiettivi giuridicamente vincolanti per le quote di consumo energetico che devono provenire da fonti rinnovabili entro il 2020. Gli obiettivi variano da uno Stato membro all´altro, ma una cosa è certa: il vento giocherà un ruolo importante nel loro insieme. Anche per gli Stati membri dell´Ue con limitate risorse di vento sarà in grado di utilizzare l´energia eolica per soddisfare i loro obiettivi attraverso i cosiddetti meccanismi di flessibilità previsti dalla direttiva. Tutto quello che occorre è un governo a livello di accordo tra il Paese in cui gli impianti sono effettivamente installati e il Paese che desideri beneficiare del vento come energia prodotta a basso costo e come mezzo per rispettare il suo obiettivo».

La Commissione Ue, nella sua seconda analisi strategica della politica energetica, a partire dal novembre 2008, ha individuato una serie di importanti progetti di infrastrutture prioritarie per il futuro come Mediterranean Energy Ring e l’offshore grid nell’Europa nord-occidentale. Lo scenario tracciato da Piebalgs deve fare i conti con «La grande domanda che, naturalmente, fanno molti in questi giorni: come sarà la situazione economica mondiale e come lo sviluppo della crisi finanziaria inciderà sul settore dell´energia eolica? Attendo con ansia di sentire le vostre opinioni ed esperienze su questo, ma come punto di partenza sono personalmente piuttosto ottimista sul tuo conto. Naturalmente questo non significa che la carenza di credito, un basso prezzo del petrolio ed un mercato nervoso non pregiudichino il settore dell’eolico. Lo so che succede e che ha già portato a tagli di posti di lavoro, anche tra i grandi protagonisti dell´industria. E, naturalmente, si inizia con quelle che interessano i segmenti del mercato più rischiosi, come ad esempio gli impianti eolici offshore. Perché io sono fiducioso? Perché se c´è un settore che ha dalla sua parte i fondamentali mi sembra sia il settore dell’eolico. Anche se c’è incertezza su molte cose, due cose sembrano abbastanza certa: La domanda di elettricità è probabile che continuerà ad aumentare nei prossimi decenni. Come ho già detto, con la necessità di affrontare il cambiamento climatico sarà anche sempre più difficile imporre vincoli sul modo in cui l´elettricità viene prodotta. L´energia eolica è una maniera per affrontare queste sfide, ed è anche tra le più efficaci rispetto ai costi delle varie opzioni per farlo».

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