[16/05/2006] Aria

Kyoto, per l´Italia 7 milioni di tonnellate di emissioni in più

ROMA – Difficile l’applicazione del protocollo di Kyoto in Italia: il registro delle emissioni non è ancora definitivo, ma per il 2005 sembra delinearsi un quantitativo di emissioni effettive superiore di circa 7 milioni di tonnellate alle quote assegnate gratuitamente. Per wwf, Greenpeace ed Amici della Terra la sola Enel «avrebbe registrato emissioni di 8 milioni di tonnellate superiore all´assegnazione. Da un lato assegnazioni troppo generose in molti paesi dell´Europa, dall´altro imprese ancora poco interessate alla sostenibilità».

Ancora più duro il direttore delle campagne di Greenpeace, Giuseppe Onufrio. «In Italia, sotto la spinta del settore termoelettrico si vanifica lo strumento di mercato su cui l´Unione Europea ha puntato per ridurre le emissioni. Questo è ancora più grave visto che l´Italia è già fuori del Protocollo di Kyoto». Ma per le tre associazioni ambientaliste non va meglio nel resto dell’Unione Europea, dove gli stati membri «stanno colpevolmente permettendo alle industrie di produrre tonnellate di CO2 a piacimento e senza pagare alcun costo. La maggior parte dei Paesi europei sta concedendo alle proprie industrie delle generose quote di emissione per il periodo 2005-2007, come si evince dai dati contenuti nel rapporto della Commissione Europea sulle emissioni degli impianti inseriti nello Schema di Commercio di Emissioni dell´Unione Europea».

Per Stephan Singer, capo ufficio europeo Clima e Energia del Wwf «il mercato può essere funzionale e creare incentivi per le industrie meno inquinanti se le emissioni vengono fissate ad un livello che sia in linea con gli obiettivi di Kyoto, in grado di far raggiungere all´Europa gli obblighi internazionali. Una perdita di credibilità dell´Eu emission trading scheme (Ets) minerà anche la credibilità dell´ Unione Europea durante i negoziati per gli obiettivi di Kyoto dopo il 2012».

Secondo gli ambientalisti i livelli di emissioni degli impianti consentite per il 2005 dall´Ets, sono «diverse milioni di tonnellate al di sopra dei limiti consentiti. I dati relativi a paesi come Germania, Francia, Olanda, Svezia e Lituania, mostrano che le generose emissioni concesse alle grandi industrie hanno distorto il mercato e provocato il declino del prezzo dell´anidride carbonica, riducendo così anche la credibilità dell´Ets».

Wwf, Greenpeace, Amici della Terra chiedono agli Stati membri di «recepire i Piani nazionali di Assegnazione dei permessi per la seconda fase, con tetti stringenti e regole credibili e trasparenti. Gli Stati membri dovrebbero utilizzare il meccanismo della vendita delle quote del 10% massimo del livello consentito e creare delle connessioni chiare tra le assegnazioni e le produzioni meno inquinanti. Contemporaneamente, la Commissione europea dovrebbe rifiutare tutti i piani privi di ambiziosi limiti alle emissioni».

(nella foto la centrale Enel di Livorno)

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