[13/03/2009] Acqua

C´era una volta il diritto all´acqua... Dietrofront del Parlamento europeo

FIRENZE. Lunedì prossimo si aprirà a Istanbul il quinto Forum mondiale sull’acqua che si concluderà il 22 marzo (quando si celebra la giornata mondiale dell’acqua). Le ultime notizie che giungono dall’Europa non sono certo confortanti: la risoluzione del Parlamento europeo sulle risorse idriche, proprio in vista del Forum, ci riporta indietro di alcuni anni. Al paragrafo 1 si dichiara che «l’acqua è un bene comune dell´umanità e che dovrebbe costituire un diritto fondamentale e universale» (osservare il condizionale!); al paragrafo 28 chiede che la Presidenza «rappresenti l´Unione europea al Forum di Istanbul con un mandato per considerare l’accesso all’acqua potabile un diritto vitale, fondamentale dell’essere umano, e non solo un bene economico commerciale soggetto unicamente alle leggi di mercato».

«L’arretramento della posizione dell’aula di Strasburgo mi sembra lampante - dichiara Vittorio Agnoletto del gruppo Gue-Sinistra unitaria europea - Abbiamo presentato sedici emendamenti, tenendo il punto su tutta una serie di principi sacrosanti, quali: l´acqua come bene comune universale, l´accesso garantito a tutti gli esseri umani con politiche consistenti, l’inserimento dell’acqua nei capitoli di lotta al cambiamento climatico, il coinvolgimento dell´Onu sui temi dell´acqua. Ma abbiamo perso sull’emendamento centrale, quello al paragrafo 28, per cui chiedevamo sostanzialmente la
cancellazione delle parole “Non solo” che invece hanno riaperto all’idea dell’Acqua come bene economico commerciale soggetto alle leggi di mercato».

L’arretramento è evidente se si confronta ad esempio il paragrafo 1 della Risoluzione del Parlamento (2009), con quella fatta dalla stessa istituzione prima del Forum di Città del Messico nel 2006: “Dichiara che l’acqua è un bene comune dell’umanità e come tale l‘accesso all’acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana…”.

«Inevitabile la scelta di votare NO alla risoluzione da parte di tutto il gruppo - continua Agnoletto - Non potevamo far passare impunemente la tremenda offensiva condotta negli ultimi mesi dalle grandi multinazionali di settore. Soprattutto alla vigilia del Forum di Istanbul dove sono sicuro che il Movimento internazionale dell’Acqua saprà reagire con competenza e risolutezza a
questa brutta pagina di cronaca europea» conclude l’esponente della Sinistra unitaria europea.

Già durante lo scorso anno a vari livelli (internazionale e nazionale) ci sono state battute di arresto per l’affermazione dell’acqua come diritto. L´Onu, ha rinviato di 3 anni il rapporto sul diritto umano all´acqua, rinunciando ad esercitare il suo compito istituzionale, cioè quello di indire e gestire i Forum Mondiali, per delegarli alle multinazionali Suez Veolia. Ancora. In occasione del World economic forum di Davos, di poco più di un anno fa, sempre l’Onu ha consegnato al Patto mondiale dell´acqua costituito da alcune multinazionali (come Nestlè, Coca Cola, Unilever, General Elettric), il compito di indicare le linee di una politica mondiale dell´acqua.

Poco rosea la situazione anche a livello nazionale (al di là di qualche buona notizia che viene dai territori, in primis dalla Lombardia dove, in sintesi, i comuni hanno respinto la legge regionale che in sostanza privatizzava l’acqua). Il Parlamento con un vero e proprio blitz estivo lo scorso 6 agosto ha votato la legge 133, che all´art. 23 bis, impone a tutti gli amministratori locali, di privatizzare (entro il 2010) i servizi pubblici locali, servizio idrico compreso.

L’opposizione in Parlamento su questo tema non è stata registrata. In definitiva siamo in presenza di un sostanziale allineamento della politica (di vertice) nazionale, europea e mondiale. Eppure i movimenti in giro per il mondo che lottano (in alcuni casi contro veri soprusi) per il diritto all’acqua si moltiplicano e sono rappresentati da un numero rilevante di persone. Ma la battaglia per il diritto all’acqua è ancora lunga e richiede pazienza perché i fronti che si contrappongono hanno ancora “peso specifico diverso”.

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