[12/03/2009] Rifiuti

Carlo Noto La Diega è il nuovo presidente della Fead

LIVORNO. Nonostante la gestione dei rifiuti non ponga certo il nostro paese all´apice, anzi molto spesso lo releghi agli ultimi posti nelle classifiche internazionali, Carlo Noto La Diega (Nella foto) è stato nominato presidente della Fead, la Federazione Europea Imprese per la Gestione dei Rifiuti e dei Servizi Ambientali.

La Fead rappresenta in Europa le Associazioni nazionali di imprese attive nella gestione dei rifiuti e nei servizi ambientali e conta 22 Associazioni membre in rappresentanza di altrettanti Paesi, rappresenta 4.000 aziende del settore che impiegano 350mila operatori e producono un fatturato di 50 miliardi di € l’anno.

Amministratore Delegato del Gruppo Gesenu (attivo a livello nazionale e internazionale nel settore della gestione rifiuti), Noto La Diega succede alla guida della Federazione europea a Pierre Rellet (imprenditore francese e Presidente dell’Associazione transalpina FNADE).

Il neopresidente della FEAD già in passato ha ricoperto incarichi associativi nel settore ambientale tra i quali: Presidente del CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Presidente ISWA - International Solid Wastes and Public Cleaning Association – ITALIA e membro del Board internazionale, Presidente ATIA - Associazione Tecnici Italiani dell’Ambiente. E’ stato, per due mandati, Presidente di FISE.

«Accolgo con orgoglio questo incarico”, ha dichiarato Carlo Noto La Diega al termine dell’Assemblea, “che conferma come, al di là delle situazioni emergenziali oggetto delle cronache, l’imprenditoria italiana del settore del trattamento rifiuti sia attiva e continui a raccogliere in Europa e nel mondo apprezzamenti e riconoscimenti grazie a quanto le nostre imprese sono in grado di realizzare in Italia e all’estero».

«Nel corso del mio mandato - conclude Noto la Diega - la Federazione sarà impegnata attivamente sullo sviluppo normativo a livello europeo, che interessa i principali indirizzi legislativi del settore, evidenziando le problematiche vissute in campo ambientale anche dagli operatori del nostro Paese».

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