[10/03/2009] Comunicati

In Russia farà sempre più caldo

LIVORNO. Secondo il “rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici sul territorio della Russia”, redatto dal Servizio russo di idro-meteorologia (Rosguidromet) e dell’Accademia delle scienze della Russia e (ASR) e pubblicato sui siti nkj.ru e strf.ru, «Una parte importante della Russia si trova in una zona di cambiamenti climatici già osservati o previsti. Questi cambiamenti apporteranno sia degli elementi positivi che dei problemi».

I ricercatori russi hanno constatato che, negli ultimi 25 anni, nel più esteso Paese del mondo il riscaldamento climatico è stato molto più marcato della media: «Mentre la temperatura è aumentata in media sul territorio della Russia da 0,4 a 0,6 gradi per decennio, non è aumentata in media che di 0,2 gradi nel resto del pianeta, e questa tendenza persisterà nei prossimi decenni».

Vladimir Katsov, direttore dell’osservatorio geofisico Voiékov, ha detto: «Possiamo e potremo parlare, per la Russia, di un aumento della temperatura annua superiore alla media, perché il riscaldamento climatico si manifesta principalmente alle latitudini medie. Così, entro il 2050, l´aumento della temperatura estiva media per la Russia sarà di 2,6 gradi e quello della temperatura invernale di 3,4 gradi. Entro la fine del secolo si avrà un aumento da 4 a 6 gradi delle minime delle temperature giornaliere più basse del Paese, mentre l’aumento delle massime non supererà i 3 gradi. Lo scarto tra le temperature medie annuali minime e massime diminuirà nell’insieme del territorio della Federazione della Russia, soprattutto nella parte europea del Paese. Nei prossimi decenni, il riscaldamento climatico non dipenderà dall’uomo. Questo non significa assolutamente che l’attività dell’uomo non ha incidenza sulla natura e che noi non possiamo cambiare qualcosa per il futuro. Dalle decisioni politiche che prendiamo oggi dipenderà che cosa ne sarà della natura e del clima nella seconda metà del XXI secolo. Rosguidromet ha elaborato un progetto di “Dottrina climatica” che apporterà un contributo sostanziale alla formazione di una politica della Russia in questo settore per i prossimi decenni».

Secondo il capo di Rosguidromet, Alexandre Bedritski, «Da un lato il cambiamento climatico contribuirà a spostare verso nord le zone di vita confortevoli per l’uomo, favorirà la riduzione della durata del periodo di riscaldamento (degli edifici, ndr) e l’aumento di possibilità della produzione agricola nelle regioni che beneficiano di un’umidità sufficiente. Il riscaldamento globale influirà anche sulla situazione dei ghiacci del Mare Artico: favorirà l´estensione delle possibilità del trasporto marittimo e faciliterà lo sfruttamento della piattaforma continentale artica. Dall’altro lato, si prevede una riduzione delle risorse idriche in delle regioni dove mancano già, così come il rafforzamento dello scioglimento stagionale della zona del permafrost, soprattutto al suo limite meridionale, il che costituirà una minaccia per gli obbiettivi delle infrastrutture, canalizzazioni, edifici, costruzioni tecniche e soprattutto oleodotti e gasdotti».

Entro il 2015 in Russia potrebbe esserci un aumento considerevole degli incendi forestali e Sergei Semenov, direttore dell’Istituto per il clima globale e l´ecologia di Rosguidromet, spiega che «L’aumento più significativo del periodo dei rischi di incendi è atteso a sud del circondario autonomo dei Khanty-Mansi (oltre 7 giorni per stagione), nelle regioni di Kurgan, Omsk, Novosibirsk, Kemerovo e Tomsk, così come nei territori di Krasnoiarsk e dell’Altai e nella repubblica della Jakutia (Saha). Nelle regioni meridionali (Kuban e Stavropol) ci attendiamo una maggiore attività di insetti nocivi come le cavallette, e probabilmente un’estensione delle zone di propagazione del calabrone del Colorado».

Insomma, i russi stanno valutando i pro ed i contro del global warming e possono permettersi di farlo con calma in un immenso Paese, a cavallo tra la fascia temperata e l’Artico, guardando con un occhio alle immense risorse in idrocarburi liberate dallo scioglimento dei ghiacci, alla risalita verso nord della fascia coltivabile, alle nuove rotte marittime e, con l’altro occhio a mutamenti ambientali che si annunciano eccezionali e che potrebbero rendere la vita impossibile nelle immense zone semi-aride del Paese o dove il permafrost cederà al calore che avanza.

Un bilancio di pro e contro che, fatti i conti, potrebbe anche essere in parità in Russia, ma devastante in Paesi che non hanno la stessa collocazione geografica, la stessa estensione e le stesse risorse.

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