[06/03/2009] Parchi

Brutta aria per i parchi

PISA. Ricordate i ‘poltronifici’ di cui parlò avventatamente il nuovo ministro a proposito dei parchi? Era senz’altro una accusa ingiusta e piuttosto qualunquista ma poteva anche preannunciare una fase politicamente meno tribolata. Ma chi ci aveva sperato ha oggi di che ricredersi. Infatti non si era ancora chiusa neppure la stagione scandalosa dei commissariamenti che in grande stile e provocatoriamente si è ricominciato a piazzare amici degli amici. Non si cerca neppure di mascherare o indorare la pillola.

Se in Sicilia i parchi continuano ad essere commissariati ora lo si fa con maggiore sfacciataggine. Prima erano generalmente dei funzionari regionali anche competenti. Ora –ho letto- si designa qualcuno perché ‘vicino’ (vicino-vicino come a Paperissima?) al tal ‘deputato nazionale’. Fuori dall’isola quelli che stanno arrivando più che vicini e incompetenti sembrano ‘chiamati’ direttamente dal presidente del Consiglio-neppure dal ministro-. Inutile dire –ma va detto- che così cresce a dismisura il discredito dei parchi ma più in generale delle nostre istituzioni e di un ministro che dopo un anno di reggenza non ha mai incontrato la rappresentanza dei parchi. ANCI, UPI, UNCEM vedono e incontrano ripetutamente (prescindo qui dai risultati) i vari ministri dirimpettai; la Prestigiacomo a Federparchi è andata tranquillamente in tasca.

E va detto che se è vero che questo lo pagano tutti parchi quelli nazionali hanno pagato e pagano il prezzo più alto. Quelli regionali, infatti, anche nelle situazioni meno facili un interlocutore ce l’hanno e anche una autonomia che il ministero non ha mai riconosciuto a quelli nazionali. E non mi riferisco solo ai finanziamenti che tuttavia in molte regioni sono decisamente più seri – vedi ad esempio la Liguria dove Burlando si è impegnato in una politica regionale davvero importante.

Roma invece spedisce ancora commissari amici degli amici e del resto se ne frega. A chi può interessare –al ministero- che il codice dei beni culturali abbia azzoppato i piani dei parchi. Non più brillante la situazione in Parlamento dove il sen D’ali presidente della Commissione ambiente del Senato ‘scopre’ dopo un incontro con L’UCINA (costruttori nautici) che la legge 394 forse è bene cambiarla?

E’ inevitabile che questo stato di cose ponga delicatissimi problemi ad una associazione come Federparchi uscita da poco da un Congresso nazionale dove si è potuto toccare con mano l’andazzo pericoloso e mortificante delle cose riguardanti i nostri parchi. L’augurio che posso fare – e voglio fare per avere per tanti anni condiviso ‘gioie e dolori’ della associazione- ai nuovi organi di Federparchi che dovranno eleggere il nuovo presidente è che sappiano al meglio ricomporre una situazione in cui non ci sono parchi di serie A e di serie B. E proprio quando lo si teorizzato –anche in tempi ormai lontani- si è aperta la porta ad una retrocessione generale. Per essere più chiari; oggi tutti i parchi rischiano di finire in serie B se non ci sono già finiti.

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