[06/03/2009] Urbanistica

Nessuna misura anticiclica dal Cipe: tanto alle grandi opere, poco alle ferrovie, quasi nulla alle manutenzioni

LIVORNO. In attesa di leggere per intero tutte le opere per le quali è stato erogato stamani il finanziamento dal Cipe, alcune cose sono già certe: per il ponte sullo Stretto di Messina sono stati stanziati 1,3 miliardi di euro sui 6,1 del costo totale dell´opera. L’opera sta in un pacchetto complessivo che prevede interventi per quasi 18 miliardi di euro nel campo delle infrastrutture (a cui sono destinati 16,6 miliardi) e per l´edilizia scolastica e carceraria (1,2 miliardi). Tra i grandi cantieri finanziati, un altro particolarmente significativo – si legge sull’Ansa - è quello per il completamento della Salerno-Reggio Calabria. Le risorse stanziate per quest´opera, secondo quanto ha dichiarato il presidente dell´Anas Pietro Ciucci, in un´intervista a Sky Tg24, «saranno sufficienti a completarla entro il 2012-2013».

«Finora la Salerno-Reggio Calabria è costata circa 9 miliardi - ha precisato Ciucci - Dei 450 Km, 190 sono stati ricostruiti con i criteri più moderni di sicurezza e servizio 180 sono in costruzione. I tempi non sono lunghi come qualcuno afferma: i lavori sono partiti nel 2002 in maniera decisa e se riusciremo a rispettare la scadenza del 2012-2013 per completarli, 20 anni sarebbero un risultato molto apprezzabile».

La decisione di mettere tutti quei soldi sul Ponte, comunque, basta e avanza per criticare profondamente questa decisione. Anche perché a quanto apprendiamo fino ad ora non c’è traccia di alcuna opera di manutenzione delle reti (idriche, energetiche), o di contrasto al dissesto idrogeologico, mentre qualche briciola va al potenziamento delle ferrovie (come la Pontremolese), che non basta a riequilibrare certo lo sbilanciamento delle infrastrutture tra strade e ferrovie.

E il commento è negativo anche da parte di Francesco Ferrante, dell’esecutivo nazionale dell’associazione Ecodem: «L’Italia ha da tempo bisogno di un grande programma di rilancio delle opere pubbliche a partire dalla messa in sicurezza del nostro territorio dissestato: una priorità sempre accantonata e mai finanziata dal governo di centrodestra».

«Questa necessità – continua - diventa tanto più urgente in presenza dell’attuale crisi economica: un efficace piano nazionale di infrastrutture avrebbe infatti il merito di rappresentare una reale iniziativa anticiclica garantendo sviluppo e nuova occupazione in un settore altrimenti depresso quanto e più di altri».

«Ma tutto ciò si ottiene a patto che il piano sia intelligente, pragmatico e non ideologico. Invece il governo – prosegue Francesco Ferrante – vara un programma che in realtà è un´altra occasione persa concentrando le risorse in poche grandi opere, la più inutile, fantasiosa e poco credibile delle quali è certamente il Ponte sullo Stretto, rifiutandosi di dare ascolto alle richieste che vengono dal territorio. Richieste sottoscritte anche dall´Ance (l´associazione dei costruttori) per cui sarebbe molto più utile finanziare molte piccole e diffuse infrastrutture sul territorio, immediatamente cantierabili, che diano risposte concrete alle necessità dei cittadini (fognature, acquedotti, messa in sicurezza del territorio, ferrovie per i pendolari, manutenzione delle strade) e che potrebbero attrarre anche investimenti privati».

«Rincorrendo – conclude - chimere come quella del Ponte, che costerebbe non meno di sei miliardi di euro, si sottraggono risorse immediate (oltre un miliardo) alle altre utilissime opere rinunciando di fatto ad avviare quella manovra anticiclica di cui il paese avrebbe maledettamente bisogno».

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