[05/03/2009] Energia

Greenpeace: «Italiani, non mettetevi nei guai con l’EPR dei litigi»

LIVORNO. Il nucleare di terza generazione, l’EPR sbandierato come la salvezza energetica dell’Italia, l’energia atomica a basso costo e a rischi nulli piazzata da Sarkozy a Berlusconi e propagandata da Scajola, sembra avere non pochi problemi dove le centrali si stanno costruendo davvero. «Liti a suon di miliardi in Europa – si legge in una nota di Greenpeace - per chi ha deciso di investire nella costruzione di nuovi impianti EPR che si rivelano ogni giorno più costosi e, tentando di risparmiare, meno sicuri. Si tratta dello stesso tipo di reattore nucleare che si vorrebbe costruire in Italia in quattro centrali».

La storia l’ha già raccontata anche Greenreport e gli ambientalisti francesi la usano ormai da anni come la dimostrazione della bufala del nucleare economico e pulito: la francese Areva e la finlandese TVO, che hanno firmato il contratto di costruzione del nuovo impianto nucleare di Olkiluoto in Finlandia, sono ai ferri corti, volano denunce e carte bollate, le colpe si rimpallano, gli anni passano e ei costi crescono. «Come ha infatti pubblicato il principale giornale economico finlandese Kauppalehti – spiega Greenpeace - la società costruttrice francese Areva ha dichiarato di voler procedere per vie legali contro la committente TVO. Le due società si stanno infatti incolpando l’un l’altra degli enormi ritardi: l’impianto EPR (Olkiluoto 3), che doveva essere consegnato nel 2009, non sarà consegnato nemmeno nel 2011, avendo accumulato 3 anni di ritardo nei primi 3 anni di cantiere».

Secondo la presidente di Areva, la potentissima Anne Lauvergon, «TVO non ha eseguito le procedure di accelerazione che erano state concordate nel giugno 2008, mentre ha impiegato un anno per l’approvazione dei documenti di costruzione rispetto ai due mesi precedentemente concordati. Per cui Areva ha deciso di chiedere a TVO per via giudiziale 2 miliardi e mezzo di euro».

Ma TVO non ci sta e vuole lei da Areva, 2,4 miliardi di euro per il ritardo. Un delirio anche per gli standard italiani e un ritardo che fa sembrare le certezze sui tempi messe nero su bianco dal nostro ministro Scajola degli arditi sogni. Secondo Areva, che intanto continua a cercare di piazzare a costi evidentemente non veritieri le sue centrali EPR, la centrale OL3 costerà 1,7 miliardi di euro in più rispetto ai 3,2 miliardi previsti dal da contratto. Il buco di bilancio di Areva dipende anche dai 749 milioni di euro in riserve accantonati nel 2008 per Olkiluoto 3.

Per Greenpeace «Una cosa è certa: comunque andrà a finire, gli ulteriori ritardi e costi peseranno non poco sulla bolletta dei cittadini finlandesi. Secondo la testata finlandese Kauppalehti gli utenti finali finlandesi si accolleranno almeno 3,5 miliardi di euro in più rispetto al passato».

Il neo-direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, fa notare che «Su questi aspetti l’informazione in Italia è stata molto carente. Se si aggiungono le 2100 “non conformità” rilevate dall’Autorità di Sicurezza Nucleare finlandese, il quadro è chiaro: gli EPR costano troppo e per tentare di ridurre i costi anche la sicurezza viene messa in dubbio».

Eppure, nonostante il prodotto EPR non dimostri sul campo tutte le virtù decantate dalla pubblicità nucleare francese, l’ex studente della Sorbona si appresta a comprarne 4 a scatola chiusa dal marito di Carla Bruni.

Torna all'archivio