[04/03/2009] Energia

Il futuro del Costa Rica è nella geotermia (anche nei parchi?)

LIVORNO. Già oggi la geotermia è, dopo quella idroelettrica, la seconda fonte energetica del Costa Rica, e permette di produrre il 17% dell’energia necessaria al piccolo Paese centroamericano. Il governo di San Josè ha deciso di aumentare ancora questa quota a partire dallo sfruttamento dai vapori caldi emessi dai vulcani, con un progetto di legge che permette la perforazione di pozzi geotermici anche nei parchi nazionali. Cosa che ha creato non poche polemiche.

A gennaio lo statale Instituto costarricense de electricidad (Ice) ha avviato un appalto pubblico per la centrale geotermica di Las Pailas, sulle pendici del vulcano Rincón de la Vieja, nella provincia di Guanacaste che già nel 2011 dovrebbe essere in grado di fornire 35 MW che si andranno ad aggiungere ai 163,5 MW già forniti dal 1994 dalla centrale del vulcano Miravalles (nella foto).

Nel 2011 dovrebbero partire anche i lavori per il progetto di Borinque, alle falde del vulcano Rincón de la Vieja.

La geotermia potrebbe essere la carta vincente dell’America centrale, trasformando in una opportunità il rischio quotidiano di vivere nel bel mezzo della cintura del fuoco Circumpacífica, un’area ad alta attività vulcanica che si estende dall’Asia all’America.

Il Costa Rica è in una posizione ideale: studia la geotermia fino dagli anni ’60, ed ha uno dei siti geotermici considerati più promettenti al mondo: la Cordillera Volcánica del Norte, nel Guanacaste, con i vulcani Miravalles, Rincón de la Vieja e Tenorio. Zone ad economia rurale, povere e che vedono nello sviluppo dell’industria geotermica un’occasione di sviluppo.

Il presidente dell’Ice, Pedro Pablo Quirós, ha detto a Tierramérica che «Incrementare la percentuale di produzione geotermica da immettere nella rete elettrica è uno degli obiettivi dell’Ice. Sono stati identificati siti dai quali estrarre fino a 800 MW nel nord del Paese, nel vulcano Poás vicino alla frontiera con il Nicaragua».
La zona è però commpresa anche in parchi nazionali e lo sfruttamento della geotermia necessita quindi di autorizzazioni parlamentari che sono prese in esame dall’Asamblea Legislativa.

C’è un brutto precedente: sondaggi simili eseguiti per il petrolio dovevano raggiungere una profondità di 1,7 km, in realtà sono arrivati a 3,7 km. Le associazioni ambientaliste non si fidano e ritengono incompatibile il mega-progetto geotermico con i parchi.

Angerline Marín, presidente dell’Asociación preservacionista de flora y fauna silvestre (Apreflofas), ha espresso il suo «disaccordo per qualsiasi tipo di apertura nei parchi nazional. Aprendo i parchi al turismo, peggiorando il loro habitat, il ministerio de ambiente, energía y telecomunicaciones ha già dimostrato di non avere capacità di gestione. Per il principio di precauzione, Apreflofas opta per altri tipi di energia, come il solare o l’eolico, con meno impatti sull’ambiente». Marín teme i possibili impatti sulla flora e la fauna dei parchi e pensa che «i nuovi progetti elettrici non siano orientati a coprire la domanda nazionale ma all’esportazione».

Quirós respinge le accuse: «L’energia sarà per il Costa Rica. Non possiamo chiedere al Paese di smettere di crescere».

Secondo l’Ice occorre sfruttare tutte le risorse naturali esistenti, pur nel quadro delle regole della protezione ambientale, per questo l’istituto sta aumentando gli investimenti nella riforestazione e annuncia di avere prioonti diversi progetti eco-friendly.

«Nel Miravalles non c’era più un albero ed oggi è completamente riforestato – dice Quirós – Se non si possono toccare le fonti naturali come l’acqua o il vapore, ci rimane solo da pensare ad impianti nucleari. La geotermia riduce la dipendenza energetica dai combustibili importati».

L’Ice afferma che il Costa Rica, durante la stagione secca, da dicembra ad aprile, consuma il 90% delle importazioni di gasolio, un miliardo e 260 milioni di dollari, per il funzionamento delle sue centrali termiche, la geotermia potrebbe ridurre della metà questo utilizzo di combustibili fossili, grazie anche ad una produzione costatante che non dipende, come l’idroelettrico, dalle condizioni meteorologiche o dalla carenza d’acqua nei bacini nella stagione secca.

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