[03/03/2009] Aria

Viaggio a Gaza city, tra speranze di ricostruzione ed effetti delle bombe ´sperimentali´ israeliane

GAZA CITY. Armamenti letali, se non addirittura proibiti, sperimentati sulle masse. Mentre il mondo si prodiga nel promettere indispensabili aiuti economici per la ricostruzione di Gaza, questo continuano a raccontare voci di corridoio (e di strada) alle porte della città; siamo stati nei pressi della Striscia: di armi di distruzione di massa parlano tutti, tranne i media.
A fronte di nessuno studio scientifico, biologico o geologico specifico relativo al potenziale nocivo per cose e persone dell’esplosione dei kassam che piovono su Israele ed alle conseguenze che le sostanze da essi emesse nell’atmosfera possono avere, l’impiego delle armi israeliane contro la Palestina ha invece, dati alla mano, conseguenze ambientali - e non solo - tutt’altro che trascurabili.

Le “dime”, le famigerate mini atomiche made in Usa, cadono da settimane su Gaza e tutte le zone limitrofe, che fanno da teatro, di fatto, ad esperimenti di massa portati avanti con armi ancora sperimentali, e quindi legalmente proibite.
Le dime, ordigni esplosivi al fosforo bianco creati dall’aviazione statunitense, sono in grado di rilasciare microschegge che tranciano i tessuti molli e oltre a causare la morte dei malcapitati si incuneano nei tessuti dei feriti, provocando addirittura il cancro, anche a distanza di anni; quando il fosforo bianco entra in contatto con la pelle, può continuare a bruciare le cellule che tocca anche in profondità, fino a raggiungere la massa muscolare e la spina dorsale.

L’impiego del fosforo bianco, proprio perché capace di distruggere completamente il tessuto organico delle vittime, è vietato dal protocollo dell’Onu per la messa al bando delle armi non convenzionali, ma Israele, oltre ad essere uno dei paesi che non hanno sottoscritto quel protocollo, è fra i firmatari della Convenzione di Ginevra, che vieta l’utilizzo di tali bombe contro la popolazione civile ed in aree densamente popolate, anche in caso di utilizzo limitato alla realizzazione di una cortina fumogena a protezione delle truppe, come fonti israeliane sostengono essere accaduto.

Ma gli effetti del fosforo bianco sono inequivocabili: le immagini delle vittime ed i testimoni oculari che nei pressi della Striscia di Gaza documentano il lancio delle bombe al fosforo sono moltissimi, come moltissimi sono anche gli operatori sanitari che dichiarano di essersi trovati alle prese con morti e feriti colpiti dalle dime; e non mancano neanche delegati di associazioni quali Amnesty interrnational in grado di confermare il dato: qualche tempo fa Cristopher Cobb-Smith, un esperto in armi appartenente alla missione di Amnesty a Gaza, dichiarò di aver visto strade e vicoli pieni di prove dell’impiego del fosforo bianco, con tanto di residui di ordigni.

La motivazione ufficiale per l’utilizzo del fosforo bianco è quella di provocare una cortina fumogena atta a favorire il movimento delle truppe in un campo di battaglia, ma è un´arma altamente incendiaria che non dovrebbe mai essere usata in aree dove si trovano i civili: il suo impiego in zone densamente popolate può essere considerato un crimine di guerra.

La foto di Massimo Matelli è stata scattata presso il deposito dei kassam della questura di Sderot in Israele.

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