[26/02/2009] Comunicati

I giovani africani scalano il Kilimangiaro, pensando al futuro e al climate change

LIVORNO. Giovani provenienti dai quartieri poveri di città del Kenya, della Tanzania e del Ghana, saliranno alla fine della settimana sul Monte Kilimangiaro, il più alto dell’Africa, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli legati al cambiamento climatico e al bisogno di proteggere l’ambiente. L’ascensione, chiamata "rooftop of Africa”, inizierà il 28 febbraio è durerà 5 giorni ed è la quarta organizzata dall’associazione indipendente Kilimanjaro Initiative, che ha sede nella capitale Kenyana Nairobi, con il sostegno di diverse agenzie dell’Onu, tra le quali il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep).

Quest’anno 10 giovani poverissimi provenienti dalle bidonville africane si uniranno ad altri 25 partecipanti (atleti, musicisti, lavoratori dal settore pubblico e privato) e, guidati dal fondatore della Kilimanjaro Initiative, lo svizzero Timothy Challen, cercheranno di raggiungere la sommità del Kilimangiaro. La Kilimanjaro Initiative, è stata fondata da Challen nel 2005 dopo una rapina a mano armata nella quale è rimasto ferito. Dopo un lungo periodo di riabilitazione, Challen non ha ceduto alla sfiducia ed alla sindrome dell’Africa “cattiva, arretrata ed irrecuperabile” che colpisce molti occidentali: è ritornato in Africa orientale con il desiderio di creare un ambiente urbano più sicuro, puntando sulla voglia di riscatto e conoscenza dei più poveri e sull’amore per la loro terra dei giovani.

La risalita del Kilimangiaro evidenzia l’obiettivo principale dell’Ong: incoraggiare i giovani africani a mettersi in gioco insieme, a credere in loro stessi e ad aiutare a creare quelle opportunità che permettano loro di giocare un ruolo costruttivo nelle loro comunità. Il Kilimangiaro, con le sue nevi perenni destinate a sparire, con il suo ambiente unico e la sua grande biodiversità che subisce i colpi del cambiamento climatico, rappresenta il simbolo di queste sfide che la giovane e povera Africa può trasformare in speranza per il suo futuro e per un mondo più giusto.

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