[26/02/2009] Comunicati

Dire e fare: con il nuovo cap-and-trade Obama avvicina gli Usa a Kyoto

LIVORNO. Dalle parole ai fatti. Il neo presidente degli Usa Barack Obama prosegue il suo cammino, che come più volte annunciato e ribadito in ogni suo intervento pubblico, tiene ferma la barra sui temi dell’ambiente e della sanità, ritenuti prioritari assieme all’istruzione per guardare al futuro, a maggior ragione nell’attuale periodo di crisi e di recessione economica. La manovra di bilancio che presenterà domani, prevede infatti due interventi consistenti per la sanità e per l’ambiente.

Secondo le notizie riportate dai giornali americani, la manovra porterà la spesa sanitaria degli Stati Uniti a 634 milioni di dollari nei prossimi dieci anni. Per trovare le risorse – che ammontano a circa la metà della spesa necessaria a garantire l´assistenza sanitaria a tutti gli americani, chiosano i detrattori della manovra– l´amministrazione Obama ha in mente un mix tra riduzioni fiscali per il ceto medio e l’aumento della pressione fiscale per le categorie a reddito più elevato, oltre ad una riduzione delle spese militari.

Ma per avviare la manovra, che mira a ridurre di due terzi il deficit statunitense in 4 anni e a realizzare risparmi fino a 2 mila miliardi di dollari in 10 anni, si prevede anche di far pagare le aziende più inquinanti. Il sistema che dovrebbe essere introdotto, ricalca i meccanismi del Protocollo di Kyoto, mai riconosciuti dal suo predecessore Bush. In pratica la proposta di Barack Obama prevede d’introdurre un sistema nazionale vincolante di tetti alle emissioni di Co2, con la possibilità di effettuare uno scambio di quote di emissioni, se i livelli massimi indicati vengono oltrepassati. Questo costringerà tutte le aziende a rispettare dei plafond annuali, e qualora venissero sforati dovranno acquistare sul mercato dei permessi di emissione dalle aziende più virtuose.

Secondo quanto rivela il Washington Post lo schema di cap-and-trade incluso nella legge di bilancio comincerà a generare entrate fiscali, attraverso il pagamento di multe e penali, a partire dal 2012 e il direttore dell´ufficio budget della Casa Bianca, Peter Orzang stima che per quell´anno garantirà 112 miliardi di dollari. Con queste risorse, sempre secondo il quotidiano statunitense, 15 miliardi di dollari verranno destinati a finanziare progetti di energia pulita e 60 miliardi di dollari saranno utilizzati per introdurre crediti fiscali alle famiglie dai redditi medio-bassi e per erogare aiuti alle piccole imprese e alle famiglie che dovranno fronteggiare il rincaro dei costi energetici. Inoltre Orzang stima che nel 2020 il mercato dei permessi di emissione arriverà a generare tra i 50 e i 300 miliardi di dollari l´anno, di cui si avvantaggeranno le imprese virtuose con la vendita dei diritti di inquinamento, a scapito di quelle più inquinanti, le quali saranno costrette a comprare sul mercato i certificati di emissione.

Un ottimo sistema per finanziare la rivoluzione energetica indicata dal presidente Obama e anche un credito da giocare al prossimo appuntamento della conferenza delle parti di Copenhagen che dovrà discutere del post Kyoto, 2012, a cui gli Usa si presenteranno – se il Congresso approverà questa manovra di bilancio- con le carte un po’ più in regola rispetto al passato.

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