[26/02/2009] Trasporti

Ponte sullo Stretto, Wwf: «I conti non tornano»

ROMA. Alla vigilia della riunione CIPE, che rilancerà con fondi pubblici il ponte sullo Stretto di Messina, il Wwf chiede al Governo di chiarire 3 punti nodali:

1. CHI PAGA: da dove arriveranno gli altri 4,8 miliardi di euro necessari alla costruzione del Ponte visto che lo Stato, per un’opera inutile e velleitaria rispetto alle tante piccole opere ordinarie necessarie al paese (messa in sicurezza del territorio, bonifiche di siti inquinati, abbattimento abusi edilizi, rinaturazione e adattamento, etc.) è già tornato indietro destinando 1,2 miliardi di euro in meno rispetto a quanto venne destinato quattro anni fa con la ricapitalizzazione della Stretto di Messina SpA (1,3 miliardi di euro oggi, contro i 2,5 miliardi di euro del 2003).

2. RUOLO GENERAL CONTRACTOR: come si pensa di affrontare la ridefinizione dei rapporti con il general contractor capeggiato da Impregilo, visto che il costo dell’opera è di 2,2 miliardi di euro in più di quello con cui è stata vinta la gara (6,1 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi di euro del maxiribasso presentato da Impregilo).

3. OSTACOLI TECNICI: in quale modo sono stati superati tutti gli ostacoli tecnici di realizzazione di un ponte sospeso ad unica campata di 3,3 km (nell’area a maggior rischio sismico del Mediterraneo) e di gestione di un’’opera, concepita per 100.000 veicoli al giorno quando stime ufficiali al 2032 prevedono solo 18.500 v/g.

Il Wwf Italia, inoltre, contesta che il Governo decida di destinare al Ponte sullo Stretto 1/3 (1,3 miliardi di euro su 3,7) delle risorse FAS (Fondi per le Aree Sottoutilizzate) assegnate alle infrastrutture del Mezzogiorno proprio quando Calabria e la Sicilia sono in emergenza idrogeologica.

Solo in Calabria la Regione ha calcolato che per intervenire sui danni causati dal maltempo sarebbero necessari 1,4 miliardi di euro, mentre il Governo ha assicurato aiuti solo per 55 milioni.
Calabria e Sicilia restano poi isolate, sostanzialmente, dal resto del Paese per i collegamenti via terra e via mare: la A3 Salerno-Reggio Calabria è un campo minato per il dissesto del territorio e per i numerosi cantieri ancora aperti. Inoltre si accumulano ritardi nella realizzazione dei maxilotti, causati tra l’altro per i movimenti franosi, della SS106 ionica, l’unica via alternativa di collegamento per il traffico stradale a lunga percorrenza. Infine i treni provenienti da nord lungo la linea tirrenica per almeno tre mesi saranno costretti a fermarsi a Lamezia Terme a causa di una frana profonda che minaccia la linea tra le stazioni di Mileto e Vibo-Pizzo, creando enormi disagi per chi si sposta anche in ambito locale e da e per la Sicilia. Nel frattempo RFI (Rete Ferroviarie Italiane) ha quasi dimezzato le corse dei traghetti che fanno servizio nello Stretto di Messina.

“«Sono questi i veri problemi di risanamento del territorio e delle infrastrutture e delle modalità esistenti che il Governo dovrebbe risolvere prioritariamente invece di concentrare risorse tecniche ed economiche in una grande opera quale il ponte dai costi ambientali, sociali ed economici insostenibili per il Paese», ha dichiarato il Wwf Italia.

Torna all'archivio