[26/02/2009] Comunicati

Allarme Aquis. I tagli all´Università lo sono anche alla sostenibilità

LIVORNO. E’ mai possibile pensare a una rivoluzione come quella della green economy senza conoscenza, studio, approfondimento, informazione e comunicazione? Certamente no e pure nell’ottica dello sviluppo sostenibile proprio la cultura è uno dei settori che possono crescere, a differenza di molte altre cose, all’infinito. Investire risorse economiche nella conoscenza, quindi, è uno step necessario per praticare la sostenibilità, mentre i tagli ai fondi per le università italiane previsti per il 2010, tanto per fare un esempio, tagli peraltro senza discrimine, equivalgono a uno step ma nella direzione opposta. Per questo (e non solo) è dunque da sostenere l’allarme che oggi all’Ansa ha lanciato l´Associazione per la qualità delle Università italiane statali (Aquis) che riferendosi ai suddetti taglia afferma: «saranno devastanti se resteranno nelle proporzioni oggi previste».

«Chiediamo - è il messaggio dei rettori che rilancia l’Ansa - che questi tagli non siano indiscriminati, non siano una mannaia che si abbatte in modo uguale su tutti gli atenei indipendentemente dalle modalità di gestione e senza alcun riconoscimento del merito».

I rettori dicono dunque no ai tagli «indiscriminati e trasversali» (perché è evidente che qualcosa non funziona nell’università italiana, ma è altrettanto evidente che non si risolverà il problema prosciugando a tutti i fondi, ndr): «Non possiamo più continuare - avvertono - con azioni di governo che in realtà governano poco, perché tagliano trasversalmente i finanziamenti agli atenei senza alcuna considerazione della qualità del lavoro che negli stessi atenei si svolge». Dunque, concludono i rettori Aquis, «diciamo no alle generalizzazioni e invitiamo a distinguere caso per caso; ma per fare questo bisogna mettere in campo un adeguato sistema di valutazione».

Le università che fanno migliore ricerca - chiedono giustamente i rettori Aquis al ministro dell´Istruzione Mariastella Gelmini - devono avere più finanziamenti. «Chiediamo anche – spiegano poi - un riequilibrio nell´assegnazione dei fondi agli atenei sulla base di indicatori di qualità».

In una lettera inviata al ministro e resa pubblica oggi nel corso della conferenza, i rettori segnalano come "prioritario" l´avvio di procedure efficaci di valutazione, mettendo in condizioni di operare gli organismi già esistenti (Civr e Cnvsu) preposti proprio alla verifica delle attività svolte nei sistemi universitari e della ricerca. Quello che manca insomma, è un sistema di valutazione standardizzato che consenta davvero di capire dove risiede l’eccellenza e dove invece si debba provvedere a riorganizzazioni ed eventuali tagli. Ricordiamo che l’Italia è già agli ultimi posti per investimenti nell’istruzione e ci pare che questo governo voglia mantenere se non primeggiare ancor di più in questa pessima classifica.

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