[25/02/2009] Energia

Nucleare, Ecodem: «Disinformazione su costi e benefici». Wwf: «L´accordo conviene solo alla Francia»

LIVORNO. Ancora reazioni critiche sull’accordo atomico Itlia Francia. «Occorre maggiore serietà e competenza per informare i cittadini e l’opinione pubblica sui reali costi e benefici dell’energia nucleare» sostengono oggi gli Ecologisti Democratici, in una nota.

«Innanzitutto – segnalano gli Ecodem – le quattro nuove centrali nucleari da 1,6 GW a tecnologia francese, da costruire nella penisola, la prima delle quali (secondo l’accordo) da ultimare entro il 2020, non produrranno meno scorie: questi impianti di III generazione consumano infatti oltre 30 tonnellate di uranio arricchito all´anno che inevitabilmente generano rifiuti radioattivi».

«E’ stato anche affermato che le quattro centrali produrranno a regime il 25 per cento del consumo nazionale: un dato assolutamente falso. Infatti quattro centrali da 1,6 GW potranno al massimo produrre 45 TWh che oggi rappresentano solo il 13 per cento del consumo nazionale. Continuando, non è assolutamente vero che l’Italia importa una grande quantità di energia elettrica dall´estero, per lo più dal nucleare francese: dall´estero importiamo solo il 12,5 per cento dell´energia, e il dato interessante è che ben l´80 per cento di quell´energia è prodotta da fonti rinnovabili, e non dal nucleare».

«Passiamo al capitolo costi: le cifre stimate per l´analoga centrale finlandese in costruzione sono raddoppiate rispetto alle previsioni. Occorrono 20 miliardi di euro per quattro centrali, 5 ad impianto – sottolinea la nota Ecodem –. Si tratta di numeri enormi che segnalano la necessità di reperire anche risorse private non ancora identificate. Elementi che evidenziano indubbiamente la non convenienza di questo accordo che si ripercuoterà inevitabilmente sulle tasche dei contribuenti».



Duro anche il commento del Wwf Italia: «Non più dipendenti solo dal punto di vista delle fonti energetiche, ma anche da quello tecnologico: questo il risultato dell’accordo italo francese sul nucleare annunciato oggi. A pagare, in tutti i sensi, saranno i cittadini-contribuenti, che vedranno lo Stato sostenere coi loro soldi una scelta che li penalizzerà sotto il profilo della dipendenza energetica e tecnologica e non consentirà al nostro Paese, ancora per decenni, di attrezzarsi davvero per la lotta contro la CO2 e i cambiamenti del clima, investendo sulle due ricette individuate a livello mondiale, dagli USA all’Europa, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili».

Altro capito quello degli approvvigionamenti.
«L’Italia non possiede riserve di uranio – spiega il Wwf - riserve che sono per lo più concentrate in Australia e Kazakhstan e comunque tali appena sufficienti ad alimentare gli attuali 440 reattori per 40-50 anni. Quindi le nuove centrali annunciate avrebbero problemi di alimentazione e arriverebbero tardi –come dimostra la vicenda dell’EPR in Finlandia (OL3), ufficialmente in ritardo di 3 anni sui tempi di costruzione e costato almeno 2 miliardi di Euro in più di quanto preventivato. Nato per far fronte agli impegni di Kyoto finlandesi, ovviamente non darà alcun contributo in tal senso perché entrerà in funzione dopo il 2012. L’Italia dipenderà dalla Francia anche dal punto di vista tecnologico, e questo nonostante la precedente fallimentare esperienza del Superphoenix, alla fine chiuso per manifesta inefficienza. Il progetto EPR in Finlandia già mostra enormi problemi dal punto di vista della realizzazione e della sicurezza».

Il WWF ricorda anche che il nucleare in Italia ha problemi di localizzazione, essendo un territorio fortemente sismico, pervaso dal dissesto idrogeologico e con spazi fluviali ancor più ridotti e prosciugati per buona parte dell’anno (fenomeno che aumenterà con l’acutizzarsi dei cambiamenti climatici).

«Il nucleare offre un modestissimo contributo al fabbisogno energetico mondiale - conclude il Panda - Si parla di circa 6,2%, ma questo dato è già sovradimensionato. Il reale contributo del nucleare è addirittura inferiore a quello dell’idroelettrico (secondo la IEA nel 2006 la produzione idroelettrica ammontava a 3.121 TWh[1] contro i 2.793 TWh del nucleare).
Per il WWF dunque il nucleare non conviene per i tempi, non conviene dal punto di vista economico, non conviene in quanto a emissioni di CO2: ma a chi conviene il nucleare italiano, anzi italo-francese, oltre che alla Francia?»



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