[25/02/2009] Comunicati

I Paesi del Maghreb andranno a Copenhagen con una posizione comune

LIVORNO. I cinque Paesi dell’Union du Maghreb arabe (Uma – Algeria, LIbia, Marocco, Mauritania e Tunisia) hanno deciso che si presenteranno con una posizione comune alla conferenza Onu sui cambiamenti climatici che si terrà a Copenhagen a dicembre. La Tunis Afrique Presse (Tap), riferisce che «Riuniti a Tripoli nel quadro della terza riunione del Comitato permanente per la desertificazione, l´ambiente e lo sviluppo sostenibile, i Paesi magrebini hanno fatto il punto della loro volontà di adottare una politica preventiva in questo settore attraverso la sensibilizzazione ai rischi dei cambiamenti climatici, di mettere in opera dei piani di adattamento in vista di limitare i loro impatti sugli ecosistemi e sui cittadini magrebini».

Il Comitato ha esaminato gli effetti del cambiamento climatico già in atto nei 5 Paesi, in particolare per quel che riguarda pioggia e siccità. Esistono già. In Libia e Mauritania, buone pratiche di riforestazione, di lotta all’erosione dei suoli e all’avanzata del deserto nelle aree agricole, esempi che potrebbero essere estesi all’intero Maghreb.

L´Union du Maghreb Arabe è stata fondata 20 anni fa, il 17 febbraio 1989 e doveva costituire una specie di Ue del nord Africa, ma i contrasti esistenti tra i vari Paesi, come quello tra Marocco ed Algeria sul Sahara Occidentale, hanno impedito di portare a termine il progetto iniziale. Lo stesso volume degli scambi commerciali tra I Paesi membri è ancora basso e non supera il 3% degli scambi totali.

Una debolezza che costerebbe ai Paesi del Maghreb tra l’1 e il 2% del possibile aumento del loro Pil, impedendo così di dare lavoro ad almeno 100.000 persone in un’area dalla quale i giovani emigrano in massa verso l’Europa. Il ministro degli esteri tunisino, Abdelwahab Abdallah, ha chiesto di «riattivare il ruolo dell´Union du Maghreb Arabe in quanto coalizione politica ed economica ad un livello soddisfacente sul piano regionale ed internazionale» e l’accordo su una posizione comune sui cambiamenti climatici potrebbe significare per il Maghreb la possibilità di intraprendere un nuovo cammino verso un modello di sviluppo condiviso per l’intera area.

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