[15/05/2006] Parchi

Quei piccoli insetti che danno la patente di buona conservazione

FERRARA. Gran parte del territorio ferrarese è ben conservato dal punto di vista ambientale. E’ ciò che emerge da una serie di studi condotti in provincia di Ferrara, dal 2003 ad oggi, da parte di Arpa Emilia Romagna, Provincia e Comune di Ferrara, alla ricerca della biodiversità.
I dati sono stati diffusi in un workshop sul tema «Biodiversità e sviluppo sostenibile in aree Obiettivo 2 nella provincia di Ferrara», organizzato dall’Arpa emiliana, al quale hanno partecipato ricercatori e amministratori locali. «Con questo studio – ha detto il direttore di Arpa Emilia-Romagna, Alessandro Bratti – abbiamo raggiunto una conoscenza dello stato ambientale del territorio ferrarese tale da essere fondamentale, per i decisori politici, nelle future scelte per uno sviluppo sostenibile del territorio».

Lo studio è stato condotto in venti diversi stazioni di monitoraggio: otto nell’area urbana e nella periferia di Ferrara, tre nell’oasi di Campotto-Vallesanta e nove nel territorio dei comuni di Bondeno e Copparo, alle quali presto si aggiungeranno undici nuovi punti tra Portomaggiore e Codigoro. Il sistema utilizzato consiste nel controllo della presenza dei sirfidi (nella foto), piccoli insetti simili alle api, molto sensibili all’inquinamento e all’invadenza dell’uomo in un determinato ambiente. In base al numero delle specie presenti viene valutata la biodiversità di un territorio, ovvero della varietà di forme di vita in un determinato ambiente. Più è alto il numero di questi insetti, più è elevata la qualità dell´ambiente.

In alcuni punti (Boschetto/Copparo, area agricola nei pressi di Bondeno e Vallesanta) l’indice è stato superiore al 75%, il che equivale a un giudizio di «ambiente in ottime condizioni». La restante parte dei punti di campionamento è compresa tra il 50 e il 75%, cioè corrispondente ad un «ambiente ben conservato». Pochissimi i casi di indice inferiore al 50% (ambiente considerato degradato), circoscritti ad alcuni stagni e golene nella cintura del capoluogo.
All’incontro ha partecipato anche Martin Speight, considerato il «papà» del sistema di monitoraggio utilizzato nello studio condotto in provincia di Ferrara ormai diffuso in gran parte dell’Europa - uno strumento particolarmente «accessibile» sotto il profilo operativo e perfettamente naturale.

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