[23/02/2009] Energia

E il nucleare continua a sottrarre risorse economiche...

LIVORNO. Domani Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy dovrebbero firmare il protocollo d’intesa che costituirà il primo mattone della strategia che secondo il governo italiano porterà il nostro Paese ad avere il 20% dell’energia prodotta dall’atomo al 2020. Al di là delle stime incredibilmente ottimistiche sui tempi quello che deve preoccupare maggiormente è il fatto che l’Italia continui a sottrarre risorse che potrebbero essere destinate alla ricerca sulle rinnovabili, e le mette su una fonte di energia sì alternativa alle fonti fossili, ma che non migliorerà affatto la situazione italiana sul fronte dell’approvvigionamento (l’uranio va comprato dall’estero, e ce n’è sempre meno), della sostenibilità ambientale (le scorie radioattive hanno bisogno di un deposito nazionale, che non esiste, dove smaltirle) e sulla sicurezza (gli incidenti che negli ultimi mesi hanno costellato i reattori francesi ne sono la triste testimonianza).

Anche perché se una cosa pare certa, è che se il nucleare italiano verrà (anche in barba al referendum che lo aveva bocciato) esso avrà proprio il marchio Epr delle centrali francesi e sarà realizzato attraverso un consorzio con Edf ma con la maggioranza in mano ad Enel (60%).

L’accordo non prevede una collaborazione solo sulle costruende centrali italiane (che prima o poi dovranno essere localizzate e fare i conti con le comunità locali, che se non vogliono un parco fotovoltaico, figurarsi cosa possono pensare di una centrale o di un deposito nucleare), ma anche la compartecipazione in alcuni progetti francesi.

Tutto questo mentre negli ultimi anni i nuovi reattori nucleari costruiti si contano sulle punte delle dita (nonostante i munifici incentivi messi in campo da Bush, per esempio), in primis a causa della scarsa convenienza economica, che diventerebbe automaticamente una clamorosa tafazzata se solo si considerassero davvero i costi del decommissioning delle centrali e dello smaltimento delle scorie radioattive, che hanno un tempo di dimezzamento di alcune centinaia di migliaia di anni.

Intanto la ricerca sulle rinnovabili raccoglie le briciole finite fuori dai reattori nucleari e quindi vanno salutati sempre con grande interesse i passi avanti compiuti dal settore, come quello che giunge oggi da Mitsubishi, che ha annunciato di aver battuto il precedente record mondiale di efficienza di conversione fotoelettrica con un aumento del +0.3% rispetto al precedente record 18.6% raggiunto dall’azienda ad aprile 2008. Il nuovo record mondiale di efficienza di conversione è ora al 18.9% in una cella solare al silicio multicristallino di 150x150 mm.

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