[23/02/2009] Energia

Gas: grande è la confusione sotto il cielo dell´Asia

LIVORNO. Nonostante la Turchia sia un fedelissimo alleato degli Usa e la testa di ponte della Nato in una delle aree più calde del pianeta, non sembra molto intenzionata a rispettare l´embargo dichiarato contro l´Iran e le strategie petrolifere occidentali. O meglio: sembra giocare su più tavoli, tutti un po´ traballanti.

Il gas iraniano potrebbe infatti raggiungere l´ufficialmente ritrosa Unione europea attraverso la Turchia. Almeno a leggere quel che scrive l´agenzia semi-ufficiale iraniana Fars: «L´Iran e la Turchia hanno firmato un accordo per il trasferimento di gas naturale verso l´Europa via Turchia» ha detto il vice-ministro iraniano del petrolio Seyyed Reza Kassaeizadeh e l´agenzia di stampa aggiunge che «Secondo il nuovo accordo, la Turchia può avviare fino a 34 miliardi di m3 di gas dall´Iran verso l´Europa».

Kassaeizadeh ha spiegato che il gas entrerà in Turchia dal sito frontaliero di Bazargan, nel nord-est dell´Iran, ma che è ancora da definire l´itinerario delle condotte del gas. La cosa farebbe parte dell´accordo sottoscritto nel novembre 2008 a Teheran dal ministro dell´energia turco, Hilmi Guler, e che prevedeva investimenti da parte di Ankara per 12 miliardi di dollari per la costruzione di un gasdotto lungo 1.800 km da Assalouyeh, un grande campo gasiero nella provincia iraniana di Busher.

Iran e Turchia hanno firmato anche un protocollo d´intesa per il possibile passaggio di gas proveniente dal Turkmenistan attraverso l´Iran per raggiungere la Turchia e da qui l´Europa. L´Europa che mostra la faccia dura verso il regime islamico iraniano, in verità spera che Ankara e Teheran trovino l´accordo per diventare una nuova alternativa sicura sia rispetto al collo di bottiglia petro-gasiero del Caucaso sia all´instabile portale del gas tra Russia ed Ucraina.

Anche per questo l´Iran, che ha il 16% delle riserve mondiali di gas, spinge perché l´Opec del gas diventi una realtà che imponga regole e garantisca stabilità ai rifornimenti al di là delle varie situazioni politiche ed è anche per questo che Usa ed Europa si oppongono al nuovo cartello che metterebbe insieme troppi Paesi non certamente amichevoli verso l´occidente e darebbe all´Iran un ruolo economico globalenche non gradiscono.

Intanto la stampa turca dà notizia della decisione europea di ridurre di 50 milioni di euro il finanziamento del gasdotto Nabucco che dovrebbe aggirare la Russia attraverso Azerbaigian, Georgia e Turchia. Secondo il quotidiano turco Sabah l´Ue sbloccherebbe "solo" 250 milioni di euro per finanziare un progetto che vale 7,3 miliardi di dollari e che dovrebbe permettere di portare in Europa tra i 20 ed i 30 miliardi di m3 di gas a partire dal 2014.

I tubi dovrebbero essere riempiti dal gas di ´Azerbaigian, Iran, Turkmenistan e da ultimo anche dell´Iraq, almeno secondo quanto chiedono gli Usa. Qualche giorno fa i media turchi hanno detto che la Banca mondiale sarebbe pronta a finanziare il Nabucco se Ue e Turchia trovassero un accordo, ma Ankara vuole che resti sul suo territorio il 15% del gas in transito, cosa che non piace affatto a Bruxelles.

Di questa matassa sempre più ingarbugliata se ne parlerà a marzo a Praga, ma intanto l´Azerbaigian, da dove dovrebbe partire il Nabucco, è sempre più preoccupato per la piega che stanno prendendo le cose. Il 19 febbraio Hosbaht Yusifzade, il vicepresidente della compagnia nazionale azera del petrolio, la Socar, ha detto che il Paese dispone di quantità sufficienti di gas per rifornire da solo il

Secondo quanto ha detto all´agenzia News Azerbaijan «Ad oggi, le riserve confermate dell´Azerbaigian oltrepassano i 2.000 miliardi di m3 di combustibile», cioè quanto servirebbe ad alimentare il Nabucco quasi per mille anni! Ma allora non si capisce perché tutti, compresa Baku, chiedono ad altri di allacciare i propri pozzi al gasdotto in progettazione da anni.

Intanto i russi si muovono sul terreno a loro più familiare per evitare che in Asia centrale si realizzino teste di ponte per la fornitura di gas all´Ue. Il presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhammedov ha dato il via libera alla par la società russa MRK Engineering per la costruzione di un gasdotto nel deserto del Karakoum.

Il servizio di stampa del regime di Ashgabat riferisce che «Il decreto firmato dal presidente autorizza il consorzio pubblico Turkmengaz a firmare un contratto di oltre 176 milioni di dollari con la società petro-gasiera russa per la posa di un gasdotto che collega il deserto del Karakoum alla stazione di compressione del gas di Ylanly». Un altro tassello russo per rendere sempre più difficile la manovra di aggiramento del gas da sud e da nord.

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