[20/02/2009] Comunicati

Il caso del cementificio Sacci: rumore (e ambiente)...di fondo?

FIRENZE. Ma guarda! C’è anche la normativa ambientale da rispettare. E per il rumore, a contrario del caso delle maleodoranze, la normativa esiste sia per gli impianti produttivi e non. Bene quindi ha fatto Arpat ad applicare la legge nel caso del cementificio Sacci e a richiamare l’azienda alle sue responsabilità. Certo, se poi la stessa l’azienda per le sue inadempienze se la rifà con i lavoratori spedendoli a casa, altro che green new deal, qui si ripiomba in pieni anni ’70 dello scorso secolo: esigenze sacrosante di tutela del posto di lavoro, contrapposte alla tutela altrettanto sacrosanta dell’ambiente, di lavoro e non.

Sembrava che tutti avessero capito che tenere contrapposti questi due diritti (visti i dati storici sugli impatti ambientali, sulle malattie acute e croniche da lavoro) non avesse oggi più nessuna logica (in realtà non l’ha mai avuta), visto i passi avanti della scienza, della conoscenza e dell’informazione. Eppure il sindacato, o meglio una parte di esso, si è scagliato contro gli ambientalisti addossandoli responsabilità che non hanno. Cosa possono aver fatto? Richiesto maggiori controlli? Verifiche specifiche a tutela dell’ambiente? Una pianificazione territoriale sostenibile? Ma avere un ambiente (nel senso più ampio del termine) vivibile, sano, è nell’interesse generale e quindi anche in quello dei lavoratori e della loro salute. La crisi economica, sociale, che stiamo vivendo attualmente (e a cui richiama giustamente il sindacato) va a braccetto con la crisi ambientale la cui origine, per buona parte, è da ricondurre proprio ad alcuni decenni fa a causa di un modello di sviluppo insostenibile creato, praticato e mai superato.

Il sindacato giustamente tuteli i lavoratori nei loro diritti ma rivolga la sua attenzione, ed eventuale critica, alla parte giusta. Sinceramente comunque la criticità specifica pare superabile senza che si perda mezzo posto di lavoro e un solo centesimo di stipendio e venendo incontro alle richieste e ai diritti di tutti. Del resto esempi in tal senso ce ne sono: in lucchesia il percorso messo in piedi dalla provincia, che si è fatta garante a tutela di tutte le rappresentanze, pare che stia producendo risultati apprezzati da comitati, cittadini, sindacati, istituzioni. L’azienda in questione, la Smurfit Kappa Ania Paper di Barga, con processo produttivo rumoroso e che emetteva cattivi odori, si è dimostrata però disponibile a sedere al tavolo e a mettere mano ai suoi impianti.

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