[19/02/2009] Comunicati

Nel 2008 calano i consumi delle benzine e le emissioni di C02: ma è una decrescita socialmente sostenibile?

LIVORNO. Quando parliamo della necessità di un’economia ecologica che dunque sia capace di essere ambientalmente e socialmente sostenibile, concetto in opposizione a chi vede nella decrescita l’unica forma di salvezza, è perché accadono cose come quelle segnalate oggi dal consueto bollettino del Centro studi promoter che fornisce i dati su benzina e gasolio per autotrazione nel 2008. Il dato crudo, calano le emissioni e i consumi (2,6%), potrebbe infatti far esultare. L’anno scorso, secondo lo studio, le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivanti dai consumi di benzina e gasolio per autotrazione sono diminuite di 3.140.000 tonnellate.

«Si tratta – spiegano - di un fatto particolarmente importante in quanto l’anidride carbonica è ritenuta responsabile, insieme ad altri gas serra, dell’innalzamento della temperatura del pianeta. Per valutare l’entità del calo basti pensare che l’obiettivo di riduzione della CO2 per il 2012 per l’intera Unione Europea è di 10,9 milioni di tonnellate. Il calo delle emissioni in Italia nel 2008 è dovuto alla forte contrazione nei consumi di benzina e gasolio determinata dalla impennata dei prezzi nella prima metà dell’anno e dall’aggravarsi della crisi economica nell’ultimo trimestre».

L’eccezionale risultato del 2008 – prosegue l’analisi - si inserisce in una tendenza di lungo periodo che vede in costante calo i consumi medi di carburante per autoveicolo sia per effetto della forte crescita delle motorizzazioni diesel, che hanno rese per litro più elevate, sia per effetto degli sforzi compiuti dai costruttori per contenere per qualsiasi tipo di alimentazione i consumi di carburante e con essi le emissioni. Per effetto di questa tendenza nei dieci anni che vanno dal 1999 al 2008 mentre il parco di autoveicoli e motoveicoli è aumentato del 14%, i consumi di benzina e gasolio sono aumentati soltanto del 2,4%.

Ora, sarà pur vero il trend di riduzioni dei consumi e questo è un fatto. Un altro però è che nel 2008 la crisi si è fatta sentire assai con i prezzi della benzina alle stelle in estate e poi la paura di spendere da settembre in poi dopo lo tsunami finanziario. C’è da scommettere che nel 2009 le cose andranno ancora così. Il punto è che a benefici ambientali legati a congiunture economiche come una crisi che picchia così forte sui consumi delle famiglie, non corrisponde appunto una sostenibilità sociale, anzi. Il crollo di vendite delle auto porterà probabilmente a minori flussi di materia e di energia, ma anche a milioni di posti di lavoro persi. L’economia in un contesto di mercato si può solo cercare di riorientare verso la sostenibilità mantenendo il treno in corsa, diversamente sul piano sociale è un disastro e su quello ambientale non è detto che si ottengano risultati sempre positivi.

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