[19/02/2009] Energia

L´Epa sconfessa Bush sul carbone

LIVORNO. Con l´annullamento di un decreto emesso dall´ex presidente Usa George W. Bush a dicembre, per l´Environmental protection agency (Epa) si riapre la possibilità di regolamentare le emissioni di CO2 delle centrali termoelettriche a carbone americane. Secondo il Washington Post, «La decisione potrebbe segnare il primo passo verso limiti per le immissione dei gas serra emessi dagli impianti di carbone, una questione che è stata molto discussa sia dall´industria del carbone che dagli ambientalisti dal mese di aprile 2007, quando la Corte suprema ha stabilito che l´anidride carbonica deve essere considerato un inquinante sottoposto al Clean Air Act».

L´industria carbonifera Usa si è fortemente opposta ad ogni sforzo per regolamentare le emissioni, affermando che fissare questi tipi di limitazioni spettava al Congresso. Inoltre, quella che viene invocata in Europa e in Italia come la soluzione per il carbone pulito, la Carbon capture and storage (Ccs), è ritenuta da chi gestisce le centrali Usa troppo costosa e ancora tutta da sperimentare.

Secondo gli ambientalisti statunitensi, la costruzione di nuove centrali a carbone con tecnologie convenzionali, che resterebbero in funzione per almeno 30-40 anni, aumenterebbero ancora di più i gas serra in atmosfera, rendendo impossibile raggiungere obiettivi credibili di emissioni per cercare di rallentare il cambiamento climatico. Per questo hanno sollecitato la nuova amministrazione Obama e i governi dei diversi Stati Usa ad utilizzare la sentenza della Corte suprema sull´inquinamento atmosferico per non autorizzazioni nuove centrali elettriche a carbone, costruendo invece nuovi impianti funzionanti con fonti di energia rinnovabile e investendo nell´efficienza energetica.

Il 17 febbraio, rispondendo ad una petizione del Sierra Club contro la costruzione di una centrale a carbone a Bonanza, nello Utah, l´amministratrice dell´Epa, Lisa P. Jackson, ha detto che «L´agenzia avrà un new look al riguardo e sollecita commenti pubblici». Jackson ha aggiunto che il memorandum approvato dal suo predecessore, Stephen A. Johnson, due mesi fa non dovrebbe limitare la possibilità per gli Stati di stabilire il "permessi" di inquinamento per gli impianti a carbone .

Secondo Josh Dorner, un portavoce del Sierra Club, «Potrebbe non essere una grande svolta rispetto a quello che l´amministrazione Bush ha cercato di imporre forzatamente all´ultimo minuto». L´Environmental appeals board dell´Epa a novembre ha stabilito che le quote per le emissioni di CO2 dovevano essere prese in considerazione solo al momento del rilascio dei permessi, il che secondo Dorner "Butta per aria tutti i progetti. Gli impianti a carbone erano una cattiva scommessa per ratepayers ed investitori, ora sono una grande scommessa»

Secondo gli ambientalisti attualmente, applicando correttamente il Clean Air Act, nessuna amministrazione potrebbe concedere nuovi permessi di inquinamento atmosferico alle centrali a carbone, ma il memorandum Johnson-Bush dice il contrario. Una contraddizione che lascia qualche speranza all´industria del carbone che dice che il "lodo" Jackson non permette a una nuova regolamentazione delle emissioni.

Il Washington Post ha intervistato Jeffrey R. Holmstead, un ex funzionari dell´Epa al tempo dell´amministrazione Bush, che spiega che «E´ una specie di furbizia procedurale che consente di portare la gente di Obama di porter dire di prendere le distanze dal memorandum Johnson senza cambiare nulla. Dicendo che bisognerà passare attraverso un processo di regolamentazione per capire come in che modo disciplinare le emissioni di carbonio».

John Stowell, vice presidente per le politiche ambientali della Duke Energy, uno dei più grandi fornitori di utilities degli Usa, ha detto di non essere sorpreso di questo annuncio dell´Epa. L´industria si aspetta che il governo federale imponga limiti alle emissioni di gas serra, «spera che il Congresso adotti un economy-wide plan, piuttosto che affidarsi al ramo esecutivo e puntare su settori specifici».

Intanto i democratici chiedono che questi problemi vengono affrontati in Parlamento e non con un processo esterno di regolamentazione. Anche i repubblicani sottolineano che tutti dicono che una legge sulle emissioni è urgente e che lo stesso Obama ha detto che va approvata entro la fine dell´anno. Però, in questa "sospensione", la risposta della Jackson alla petizione del Sierra Club potrebbe indurre alcuni Stati a rivedere il modo in cui autorizzano le emissioni di gas serra dei nuovi impianti a carbone.

Secondo un documento emesso dai funzionari statali i permessi per il progetto della LS Power di costruire la White Pine Energy Station da 1.590 MW in Nevada, dovrebbero essere ritirati o rivisti in seguito all´annullamento del memorandum Johnson e si dovrebbero «sospendere ulteriori azioni per il permesso di applicazione fino a che la richiesta non venga fatta in linea con le posizioni riviste consistentemente dell´Epa».

Per Vicki Patton, una dirigente dell´Environmental Defense Fund, «La nuova amministrazione ha inviato un messaggio di grande utilità. Questi sono chiari segnali che il governo sta fondamentalmente ripensando la politica per un appropriato approccio alla regolamentazione del global warming prodotto dalle nuove centrali a carbone».

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