[18/02/2009] Comunicati

Per Al Gore e Ban Ki-moon: «La crescita verde deve diventare il nostro mantra»

LIVORNO. Il segretario generale dell´Onu, Ban Ki-moon, e Al Gore, l´ex vicepresidente Usa e premio nobel, hanno scritto insieme un editoriale sul Financial Times per sottolineare la necessità di avviare la Global Green Economy parallelamente a misure per stimolare l´economia, senza dimenticarsi delle misure necessarie per non far aumentare la povertà ed aiutare i più sfortunati. «Per milioni di persone da Detroit a Delhi, i tempi sono duri. Milioni di famiglie hanno perso il loro lavoro, la casa, i servizi sanitari ed anche la prospettiva del prossimo pasto», dicono Ban e Gore che pensano che i governi dovrebbero «Dare prova di avere una strategia all´interno delle loro scelte e non lasciare che l´urgenza nasconda l´essenziale. Investire sull´economia verde non è una spesa facoltativa. E´ un investimento per un futuro più equo e più prospero».

Dalla tribuna offerta dal Financial Times Ban Ki-moon, e Al Gore si sono felicitati per le misure di stimolo della crescita unite ad investimenti a lungo termine che servono a rispondere ai bisogni economici e sociali urgenti, ma lanciando parallelamente una nuova green economy mondiale basata su efficienza energetica, energie rinnovabili , trasporti pubblici, le nuove reti elettriche intelligenti e rimboschimento. «Riassumendo – hanno detto i due – occorre che "growing green" (crescita verde) diventi il nostro mantra». Di fronte ad una inedita recessione mondiale, Ban e Gore chiedono subito una risposta mondiale sincronizzata, evitando soprattutto le politiche tendenti ad impoverire il prossimo e che nel 1929 hanno contribuito alla grande depressione.

Se si mettono insieme le misure annunciate da 34 Paesi si arriva a 2.250 miliardi di dollari da iniettare nell´economia per stimolarla, «Ma queste misure devono aiutare a catapultare l´economia mondiale verso il XXI secolo, non le industrie morenti e le cattive abitudini di ieri. Continuare a versare miliardi di dollari nelle infrastrutture fondate sul carbonio e nelle sovvenzioni alle energie fossili porterà a reinvestire nei "subprimes" immobiliari».

Ban Ki-moon e Al Gore pensano si debbano eliminare per prima cosa i 300 miliardi di sovvenzioni che vanno alle energie fossili, il che produrrebbe una riduzione del 6% delle emissioni di gas serra, aggiungendo denaro per la crescita mondiale. Sviluppare energie rinnovabili sarebbe infatti più utile: già oggi le economie in via di sviluppo rappresentano il 40% delle risorse di energie rinnovabili e il 70% della capacità di riscaldamento dell´acqua con il solare termico.

«Ovunque i leader, soprattutto negli Stati Uniti e in Cina, si rendono conto che l´ecologia non è un´opzione ma una necessità per ricaricare le loro economie e creare posti di lavoro – scrivono i due sul Financial Times – Nel mondo, con 2,3 milioni di persone occupate, nel settore dell´energia rinnovabile ci sono più posti di lavoro che nell´industria del petrolio e del gas. Negli Stati Uniti, ormai ci sono più lavoratori nell´energia eolica che in tutta l´industria del carbone».

I due leader sottolineano la necessità di politiche a favore dei poveri, in particolare per migliorare la loro capacità produttiva, «Questo significa aumentare l´assistenza in corso allo Questo significa rafforzare le reti di sicurezza sociale. Questo significa investire nell´agricoltura dei Paesi in via di sviluppo perché abbiano sementi, strumenti, pratiche agricole sostenibili e credito ai piccoli coltivatori in modo che possano produrre più cibo e accedere ai mercati locali e regionali».

La raccomandazione finale di Ban e Gore riguarda l´obbligo di raggiungere al summit mondiale di Copenhagen un vero accordo vincolante sul clima: «Un successo sul fronte di Copenaghen darà il più forte stimolo globale possibile. Con un nuovo climate framework in mano, le imprese e I governi avranno finalmente a disposizione un prezzo per il carbonio, un segnale al quale le imprese danno una grande importanza e che potrebbe scatenare un´ondata di innovazione e investimenti nell´energia pulita. Copenhagen darà il via libera alla crescita verde. Questa è la base per una vera ripresa economica sostenibile che vada a vantaggio nostro e dei nostri figli per i decenni a venire».

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