[17/02/2009] Consumo

Mais Ogm Monsanto, l´Ue non esce dalla contraddizione

LIVORNO. La Monsanto, multinazionale americana leader per le sementi geneticamente modificate, sperava ieri di vedere revocata la decisione del governo francese, che a gennaio 2008 ha sospeso la coltivazione su territorio nazionale del mais transgenico MON 810, fiore all’occhiello della big pharma. Invece così non è stato, e il comitato permanente Ue per la catena alimentare e la salute animale, in cui siedono e votano gli esperti dei governi dei Ventisette, riunito a Bruxelles, ha concluso l´esame della richiesta della Commissione senza che sia emersa una maggioranza qualificata né a favore né contraria. E ciò, per effetto di un sistema abbastanza complicato, significa che la revoca al divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato, che vale anche in Grecia oltre che in Francia è stata respinta.

Certo è solo il primo round, perché lo stop di ieri al diktat di Bruxelles di revocare la coltivazione del mais Mon 810 (per 132 voti contrari, 123 favorevoli e 58 astenuti, tra cui l’Italia) non fermerà la Commissione che porterà presumibilmente la questione a livello ministeriale, dove si voterà con lo stesso meccanismo (voto ponderato con maggioranza qualificata). Se anche in questo caso non ci sarà maggioranza qualificata, la Commissione potrà adottare le proprie decisioni da sola, come ha sempre fatto negli ultimi anni ogni volta che proponeva l´approvazione di un nuovo prodotto ogm da importare. Sarebbe però la prima volta che una tale procedura si applicherebbe a piante transgeniche da coltivare nell´Ue.

Il mais Monsanto Mon810, è l´unico ogm coltivato su scala commerciale in Europa (circa 100.000 ettari in Spagna e alcune decine di migliaia in alcuni altri paesi), ed aveva ottenuto l’autorizzazione, limitatamente però all´importazione di prodotti coltivati fuori Europa, in tutti gli stati dell’Unione prima della moratoria , introdotta a partire dall´ottobre 1998 e conclusasi nel luglio 2004. Per quanto riguarda la coltivazione diretta su territorio europeo invece nessun ogm ha più ottenuto un’autorizzazione negli ultimi 10 anni. In Francia era autorizzata la coltivazione prima che venisse revocata a gennaio di un anno fa, da Nicolas Sarkozy, che ha preso la decisione sulla base delle conclusioni raggiunte da un comitato scientifico nazionale, applicando la cosiddetta clausola di salvaguardia.

Una direttiva del 2001 che consente a un paese membro dell’Ue di sospendere la coltivazione di una pianta geneticamente modificata per il tempo necessario per comprovarne o meno la nocività. Le conclusioni del comitato sono state successivamente avvalorate dall’Accademia delle Scienze di Parigi ma smentite invece dall’agenzia europea sulla sicurezza alimentare (Efsa) che dirà che “nessuna prova scientifica, in termini di rischi per la salute umana o animale o per l’ambiente, è mai stata fornita per giustificare l’invocazione della clausola di salvaguardia”. Per queste ragioni la Commissione europea è intervenuta a gennaio per chiedere il ritiro della clausola, querelle sostenuta dopo pochi giorni ( e alla vigilia del voto di ieri) da un’uscita dell’Agenzia francese per la sicurezza alimentare che ha dichiarato che il mais Mon 810 non presenta alcun pericolo per la popolazione, cui però ha fatto seguito la riconferma da parte del ministro dell’ecologia Borloo della clausola di salvaguardia.

Ma non è la prima volta che la Commissione europea si oppone ai divieti nazionali di coltivazione di ogm: la questione era già emersa con Austria e Ungheria, e anche quella volta la richiesta dell’esecutivo era stata bocciata in Consiglio, per effetto della maggioranza qualificata degli stati membri. I casi austriaco e ungherese, verranno infatti ripresentati il 2 marzo prossimo, in consiglio Ambiente a Bruxelles, dove la Commissione chiederà un´altra volta il voto degli Stati membri per potere imporre la revoca dei due divieti nazionali. Mentre per Grecia e Francia bisognerà aspettare una riunione ministeriale successiva.

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